BRUXELLES - L'incontro odierno con i ministri di Francia, Germania, Italia e Regno Unito "è stata una buona opportunità per esprimere un forte sostegno al processo di Berlino e sottolineare le nostre preoccupazioni sulla Libia. Chiediamo uno stop immediato a ulteriori escalation e alle interferenze esterne negli ultimi giorni". Lo ha detto l'Alto rappresentante Ue Josep Borrell al termine del mini-vertice a Bruxelles. "La situazione peggiora di giorno in giorno e la soluzione è solo politica - ha aggiunto -. Si fermino i combattimenti a Tripoli e serve una immediata cessazione delle ostilità".
"Tutti i membri della comunità internazionale devono rispettare ed applicare strettamente l'embargo delle armi dell'Onu. La continua interferenza esterna sta alimentando la crisi" in Libia, recita una dichiarazione congiunta dell'Alto rappresentante Ue e dei ministri degli affari esteri di Francia, Germania, Italia e Regno Unito. I ministri sottolineano "la necessità di evitare azioni unilaterali come la firma di accordi che aggravano ulteriormente il conflitto, o azioni che creano un pretesto per interferenze esterne contrarie agli interessi del popolo libico, nonché agli interessi europei".
"Abbiamo chiesto un cessate il fuoco ma anche di fermare l'escalation e le interferenze esterne che sono aumentate negli ultimi giorni ed è ovvio che si fa riferimento alla decisione turca di intervenire in Libia che noi rigettiamo e che fa aumentare le nostre preoccupazione", ha sottolineato Borrell, spiegando che "in Libia noi dobbiamo sicuramente parlare con tutti gli attori rilevanti del processo libico, con Sarraj e di sicuro con il maresciallo Haftar. Speriamo che forse nei prossimi giorni avremo modo di stabilire i contatti che fino ad ora non siamo riusciti ad avere".
In Libia devono "cessare tutte le interferenze", ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a Bruxelles, prima di volare stasera in Turchia. "Bisogna parlare con tutti e convincerli a cessate il fuoco", ha evidenziato Di Maio al termine del vertice a Bruxelles. "Tuteliamo i nostri interessi quando chiediamo all'Ue di essere protagonista", ha aggiunto sottolineando "che il rischio per l'Europa sta anche nel pericolo di terrorismo oltre che per i fenomeni migratori. Il nostro lavoro da domani riguarda come l'Ue sarà coesa, l'Ue deve parlare con una sola voce". "Sarà una settimana importante per il governo italiano e per l'Ue - ha aggiunto -. La riunione di oggi si doveva tenere in Libia ma l'importante è che si sia fatta. Le iniziative da domani dell'Unione europea vedranno un cambio di passo".
E sulla mancata missione in Libia è interventuo anche Borrell: "Oggi - ha detto - sarei dovuto essere in Libia, sotto il sole libico invece che sotto il cielo grigio di Bruxelles, ma con Maas, Di Maio, Le Drian e Raab non siamo partiti per la Libia come previsto a causa della situazione della sicurezza" nel Paese. "Ci hanno vivamente consigliato di non fare questo viaggio - ha aggiunto -. Ieri sera sono stato a Roma, ma alla fine abbiamo deciso di non andare" in Libia e "di incontrarci a Bruxelles".
"I colloqui" per una tregua in Libia "proseguono, con l'obiettivo" di arrivare a una decisione "a Berlino" per "creare le condizioni per una soluzione politica", ha detto il ministro degli esteri tedesco Heiko Maas al termine della riunione. "C'è chiaramente del lavoro da fare ed è importante vedere il supporto dei colleghi per il processo di Berlino", ha aggiunto Maas.
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