BRUXELLES - L'Italia è ventesima in Europa per l'avanzamento della digitalizzazione dei servizi sanitari, nettamente staccata dai primi della classe Olanda, Danimarca e Finlandia, e lontana anche da Spagna (sesta), Germania (undicesima) e Francia (quindicesima). E' l'istantanea scattata dal rapporto "Innovative Europe. The way forward" con focus sulla digitalizzazione della sanità presentato oggi a Bruxelles dall'Istituto per la Competitività (I-Com).
"La mancanza di coordinamento" tra governo centrale e regioni, "insieme a un trend decrescente degli investimenti pubblici, spiega il ritardo dell'Italia" ha detto il presidente dell'istituto Stefano da Empoli. La Pubblica amministrazione "avrebbe bisogno di puntare con decisione sulla digitalizzazione per aumentare l'efficienza e migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini", ha aggiunto da Empoli. Alla presentazione dello studio erano presenti eurodeputati come Brando Benifei, funzionari della Commissione europea come Maria Pilar Aguar Fernandez della direzione ricerca e innovazione e Ong, con Wendel Trio del Climate action network.
Tra i focus del rapporto ci sono anche i temi dell'innovazione digitale e dell'energia. In Italia, si legge, la digitalizzazione cresce a ritmi troppo lenti rispetto alla media degli altri paesi europei, con "l'economia dei dati" che ci vede al diciottesimo posto in Europa, nettamente al di sotto della media Ue. Nell'ambito dell'intelligenza artificiale, delle oltre 760 start-up europee attive nel settore, solo 22 sono italiane. Facciamo meglio nel capitolo dedicato all'energia. In un contesto in cui il divario tra le politiche intraprese e gli obiettivi di riduzione delle emissioni prefissati al 2050 è ancora ampio, la Penisola è, tra i maggiori Paesi europei, quella con la quota più alta di energia da rinnovabili, il 18% dell'energia prodotta.
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