BRUXELLES - Sullo stato di diritto l'Ue non arretra di un millimetro e lo stallo sul Recovery resta. La videoconferenza dei leader, come peraltro era previsto, non ha sbloccato il veto di Polonia e Ungheria sul pacchetto economico da 1.800 miliardi di euro con cui i governi nazionalisti di Mateusz Morawiecki e Viktor Orban stanno tenendo in ostaggio il futuro dell'Europa. Ma il messaggio emerso forte e chiaro, per bocca del presidente del Consiglio Charles Michel, è che sul rispetto dello stato di diritto l'Unione non è disposta a fare compromessi. Un punto fermo del negoziato che ripartirà già da domani, sotto la regia della presidenza di turno tedesca, alla ricerca di una via d'uscita per liberare il Bilancio 2021-2027 ed il Recovery fund dal ricatto dei due Paesi recalcitranti di fronte alla clausola che lega l'erogazione dei fondi al rispetto delle regole fondamentali della democrazia.
"Ungheria e Polonia hanno posto un veto alla decisione sul Recovery Fund e hanno detto chiaramente che non possono accettare la condizionalità sullo stato di diritto. Questo significa che non possiamo inviare la proposta al Parlamento Ue", ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel al termine della videoconferenza tra i leader Ue. "Non voglio fare speculazioni su come verrà risolta la questione con Ungheria e Polonia, dobbiamo continuare a lavorare e sondare tutte le opzioni possibili", ha detto la Merkel. "Siamo ancora all'inizio della questione".
"A luglio abbiamo trovato un accordo e abbiamo bisogno che l'intero pacchetto riceva il via libera, dobbiamo andare avanti", ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al termine del summit Ue. "La Commissione europea sostiene l'accordo trovato nei negoziati, e per me è anche importante per il futuro avere un bilancio" con il meccanismo dello "stato diritto - ha aggiunto - dobbiamo trovare una soluzione, milioni cittadini aspettano una risposta in questa crisi senza precedenti e dunque continuiamo a lavorare sodo per raggiungere un accordo al più presto".
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