BRUXELLES - L'opportunità del Next Generation EU è enorme per l'Italia ed è importante che venga accompagnato dalle riforme. In generale, per una migliore capacità di utilizzo dei fondi nazionali e Ue, anche quelli destinati alle regioni, è necessaria una pubblica amministrazione forte". Ma occorrerebbe riflettere anche sulla giustizia. Lo ha detto in un'intervista all'ANSA Mario Nava, dal primo giugno scorso alla guida della nuova Direzione generale per il supporto alle riforme della Commissione Ue.
Alla sua direzione sono appena arrivate dall'Italia oltre 40 proposte-richieste di supporto tecnico per realizzare altrettante riforme, alcune delle quali potrebbero essere funzionali al Recovery plan nazionale. ""I Paesi Ue dovranno lavorare su riforme a favore delle transizioni verdi e digitali, del benessere sociale, della pubblica amministrazione, degli investimenti nel business", spiega Nava. In Italia ci si dovrebbe concentrare anche sul tema della giustizia". La nuova Dg è nata dallo sviluppo di un programma di sostegno della Commissione Ue a Grecia e Cipro nel 2013, che poi è stato esteso a tutti gli Stati membri che lo richiedono per attuare riforme specifiche.
La Commissione seleziona i progetti da supportare tecnicamente, una funzione che potrà svolgere anche per i progetti dei piani nazionali per il Recovery Facility. "Negli ultimi anni abbiamo sviluppato più di mille progetti che hanno riguardato tutti i Paesi Ue". Tra questi anche uno su Genova con cui "si è chiesto sostegno per un progetto su un manuale per una mobilità resiliente. Noi non diamo fondi, ma forniamo l'expertise e il sostegno di funzionari della Commissione, di altri Paesi Ue o di organizzazioni internazionali", insiste il direttore della Dg.
Il 31 ottobre scorso era la scadenza per chiedere il supporto di Bruxelles per iniziative da avviare nel 2021. "Sono arrivati più di 700 progetti da tutti i Paesi, un record, compresi oltre 40 dall'Italia: l'autorità italiana di coordinamento delle richieste di supporto tecnico funziona bene" osserva Nava. Per sapere quali progetti - e soprattutto in quali campi - saranno approvati, si dovrà però aspettare l'inizio dell'anno prossimo. Alcuni di questi, non tutti, potrebbero essere funzionali ai piani nazionali che i Paesi dovranno presentare per accedere ai fondi della Recovery Facility. Ma il direttore ricorda che gli Stati membri possono anche chiedere un supporto tecnico più specifico per i loro piani nazionali."Alcuni lo hanno già fatto e stiamo valutando di dare nuovamente agli Stati la possibilità di fare richiesta all'inizio del prossimo anno".
Intanto la Dg Riforme sta già lavorando con l'Italia su diverse iniziative. Collabora con il ministero del Lavoro per la lotta al caporalato, con il ministero dell'Interno per l'integrazione sociale dei rifugiati e con il ministero dell'Economia su investimenti in nuove competenze, soprattutto per le Pmi. Inoltre, "con gli enti locali - afferma Nava - stiamo lavorando ad una struttura regolamentare per incentivare la produzione di energie rinnovabili. Stiamo supportando l'Italia anche sull'acquisto energetico dalle fonti rinnovabili, la riforma fiscale, per una migliore catalogazione degli edifici pubblici".
Inoltre, nel tentativo di colmare il gap tra Sud e Nord Italia, la dg Riforme sta supportando i piani di riforma per lo sviluppo di sei zone economiche speciali nel Sud : due in Puglia, una in Campania, una in Calabria, due in Sicilia. L'obiettivo è creare impresa e lavoro in queste zone attirando nuovi investimenti. "Noi siamo già impegnati in questa direzione e faremo di più se l'Italia ce lo chiederà" conclude Nava.
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