BRUXELLES - Con la pandemia in Italia sono aumentati gli inattivi o i Neet, cioè i giovani che non studiano né fanno formazione né cercano un lavoro. Si legge nel rapporto trimestrale sull'occupazione pubblicato dall'esecutivo Ue. Nel nostro Paese i giovani tra i 15 e i 24 anni che non lavorano né studiano hanno raggiunto il 20,7% nel secondo trimestre del 2020, seguono la Bulgaria (15,2%) e la Spagna (15,1%).
In generale, in tutta l'Ue il tasso di Neet è aumentato all'11,6% nel secondo trimestre del 2020 rispetto allo stesso trimestre del 2019. Mentre il tasso di attività delle persone tra i 15 e i 64 anni è sceso al 72,1% in tutta l'Ue.
Nell'Ue le misure per il Covid sono riuscite ad attutire i cali del reddito da lavoro dipendente soprattutto nei lavoratori meno pagati. Mentre solo in Italia e in Austria le persone con reddito medio hanno avuto una minore riduzione del salario rispetto a chi percepisce stipendi più bassi. Inoltre, secondo il rapporto, l'Italia registra anche una riduzione significativa della crescita del reddito reale pro capite, con un calo di 7,3 punti percentuali nel secondo trimestre 2020, inferiore solo alla Spagna (11,6) e alla Svezia (10,2).
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