SARAJEVO - L'attuale crisi migratoria in Bosnia è la conseguenza dell'irremovibilità delle autorità locali ma anche della terribile politica europea. E' quanto ritiene Amnesty International, che ha invitato le istituzioni europee a collaborare con le autorità bosniache e risolvere il problema. Per Amnesty la responsabilità dell'Ue è chiara, poiché rafforzando i propri confini ha abbandonato migliaia di persone nei Paesi vicini. E se non si risolve la situazione adesso, avverte l'organizzazione internazionale, rischiamo di trovarci di fronte a una nuova crisi il prossimo inverno.
Attualmente, secondo il sindaco di Bihac, nel campo Lipa si trovano circa 900 persone, 400 ciascuno nei campi di Borici e Sedra - entrambi a Bihac - mentre sono 1.000 i profughi nel campo Miral della vicina Velika Kladusa. Mancano all'appello, secondo Unhcr, 700-1000 persone che dormono in capannoni abbandonati, in case diroccate e nei boschi il più vicino possibile al confine con la Croazia. Per il sindaco della cittadina di confine, la crisi migratoria in Bosnia dura ormai da tre anni e si aggrava sempre più. Dopo che a fine dicembre l'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) si è ritirata da Lipa, per aiutare la Croce rossa è arrivata la 'Merhamet', organizzazione umanitaria musulmana.
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