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Contro disinformazione IA e 'Big Data' ma non senza l'uomo

Contro disinformazione IA e 'Big Data' ma non senza l'uomo

Convengo online su ricerca, regolamentazione e progetto Fandango

BRUXELLES, 26 marzo 2021, 17:59

Redazione ANSA

ANSACheck

Ue, le nuove tecnologie contro la disinformazione © ANSA/EPA

BRUXELLES - Il peso della disinformazione su temi quali il Covid-19, le vaccinazioni, la Brexit, l'Ue e gli Usa si avverte sempre di più e nella ricerca di soluzioni sono entrati in gioco progetti che si basano su intelligenze artificiali e sviluppo di nuove tecnologie informatiche.

È questo il tema del convegno online di venerdì 'Ripensare le possibilità della tecnologia e dei dati nella lotta alla disinformazione', organizzato dal consorzio europeo - del quale fa parte anche l'ANSA - che cura il progetto Fandango, lanciato nel 2018.

Sono intervenuti, tra gli altri, Paolo Cesarini, direttore dell'unità Media Convergence and Social Media Unit della Ue, Alberto Rabbachin della direzione generale CONNECT della Commissione Ue, Paula Gori, segretario generale dell'European Digital Media Observatory.

Massimo Magaldi (Engineering, direttore tecnico del progetto Fandango), Yiannis Kompatsiaris (CERTH, coordinatore del progetto AI4MEDIA), e Viktoras Dauksas, alla guida della Debunk EU initiative, parleranno in particolare di "Big Data e Disinformation Detection", mentre Alexandra Garatzogianni, coordinatrice dei progetti Ue MediaFutures e TrustsData all'università Leibniz di Hannover, Jeferson Zanim (Siren.io), Ernesto La Mattina (Engineering, progetto REVEAL) e Mike Matton (tv fiamminga VRT), spiegheranno le crescenti sfide poste all'ecosistema ICT dalla disinformazione.

Del consorzio europeo Fandango (FAke News discovery and propagation from big Data ANalysis and artificial intelliGence Operations) fanno parte: Engeneering, Livetech, Certh, Siren Solutions, VRT, Civio, Politecnica de Madrid e l'Agenzia ANSA.

Intelligenza artificiale e analisi delle grandi masse di dati presenti su Internet, i "big data", possono dare un apporto significativo nella lotta contro le fake news e la disinformazione ma, anche per l'immediato futuro, non esiste una "soluzione automatica" senza un ruolo umano e serve un accesso trasparente e standardizzato ai dati online, trattando la loro "portabilità" internazionale in modo simile a quella dei numeri telefonici.

"Fandango è stato uno dei primi progetti finanziati e, nell'ambito del programma Horizon 2020, per creare un supporto alla lotta contro la disinformazione per i cittadini europei" ha spiegato Francesco Saverio Nucci, direttore delle ricerche applicative di Engineering Ingegneria informatica e coordinatore di Fandango, ricordando che questa lotta che è "già molto difficile per un essere umano, lo è ancora di più per un'intelligenza artificiale. Per questo, più dati ci sono e meglio è, ma il loro accesso dev'essere trasparente e standard".

Rabacchin ha ricordato dal canto suo che "campagne di disinformazione come quelle sul Covid-19 hanno un grave impatto sulla vita dei cittadini e la Commissione europea si sta impegnando a fondo con progetti come Fandango per potenziare le capacità di difesa dei cittadini contro la disinformazione", ma anche per creare nuove infrastrutture regolatorie per rispondere alle "sfide normative verso un ecosistema dei media digitali più trasparente, credibile e diversificato".

Rebacchin ha poi aggiunto che si deve arrivare a creare delle situazioni di cooperazione con ricercatori e fact-checkers e che è necessario supportare queste attività con ecosistemi di accesso trasparente ai dati.

In questa direzione va l'European Digital Media Observatory che, spiega Gori, è nato per supportare e coordinare l'attività di fact-checker e ricercatori accademici.

Secondo Cesarini, che ha ricoperto vari incarichi dirigenziali presso la Commissione Ue, guidando le prime iniziative europee contro la disinformazione, anche alla luce dell'utilizzo crescente di "cyber-truppe", utenti umani che diffondono la disinformazione al pari dei classici "bot" informatici, "dobbiamo ripensare l'approccio a questa lotta coinvolgendo non solo giornalisti, fact-checkers, accademici e ong investigative ma anche i cittadini stessi, per segnalare e bollare le campagne disinformative". Cesarini ha parlato anche della necessità di nuovi o migliorati approcci legislativi ma anche di quella di "algoritmi civilmente responsabili", che diffondano buona informazione invece delle fake news. "Possiamo comunque inventarci nuovi software, IA e altro - ha aggiunto infine -, però bisogna anche ricordarsi di creare iniziative a sostegno del settore dell'informazione, che è fondamentale per la nostra democrazia".

 

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