BRUXELLES - La strada per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) è ancora lunga, e per l'Italia in particolare bisogna fare sforzi per ridurre le disuguaglianze, trovare un lavoro adeguato a tutti, rafforzare la qualità dell'istruzione e costruire partnership globali. È quanto emerge dall'ultimo rapporto di Eurostat sui progressi dei Paesi europei verso gli SDG, che monitora i progressi degli ultimi 5 anni.
Sugli obiettivi di riduzione delle disuguaglianze e costruzione di partnership globali, l'Italia non solo è sotto la media Ue ma sta addirittura arretrando dal target.
Pur avendo fatto dei progressi sull'istruzione e il lavoro, resta molto al di sotto della media europea. Il principale punto debole è la lotta alle disuguaglianze, peggiorata di 1,4 punti percentuali nell'arco degli ultimi cinque anni. Ad esempio, l'Italia è uno dei pochi Paesi in Ue dove la percentuale di persone a rischio povertà è salita (dal 28% al 30%) invece di scendere, come avvenuto alla media europea.
Anche sull'obiettivo di stringere partnership per raggiungere gli obiettivi, l'Italia è arretrata (-1,3 punti).
Per quanto riguarda l'istruzione, l'Italia si trova 30 punti percentuali sotto la media Ue, con un progresso nel 2020 stimato in 0,3 punti percentuali rispetto al 2015. Questo perché resta comunque, assieme alla Romania, il Paese con il livello più basso di diplomati. Anche se la situazione nel 2020 è in leggero miglioramento rispetto al 2015. È anche tra i Paesi con il minor tasso di alfabetizzazione informatica tra adulti (solo il 40% ha competenze di base, contro la media europea che sfiora il 60%).
Sull'obiettivo di assicurare a tutti un lavoro adeguato, l'Italia è a -45 punti dalla media Ue, con un progresso di appena un punto rispetto al 2015. Le motivazioni di una performance così scarsa sono da ricercare ad esempio nel fatto che nonostante i progressi resta il Paese con il tasso più elevato di giovani inattivi (24%), penultimo per tasso di occupazione (62% circa).
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