BRUXELLES - Nel mercato sempre più ampio dei Green bond, le obbligazioni legate ad attività economiche con impatto positivo per l'ambiente, arriva uno standard europeo. La Commissione Ue ha proposto oggi un regolamento che crea il primo standard "volontario" per il 'Green Bond Ue' (EUGBS), con l'obiettivo di rendere gli investimenti più sicuri e attirare gli investitori privati in progetti ad alto valore ambientale.
I bond che vorranno avere il bollino EUGBS dovranno rispondere a severi criteri di sostenibilità fissati dalla Commissione. Per gli obiettivi del Green Deal al 2030, ricorda il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, "servono 350 miliardi l'anno di investimenti aggiuntivi e il settore pubblico non può farlo da solo". "Dobbiamo intensificare la cooperazione globale sulle questioni climatiche e ambientali e la proposta del Green Bond risponde alle esigenze degli investitori di uno strumento affidabile quando si investe in modo sostenibile", ha aggiunto la Commissaria alla finanza sostenibile Mairead McGuinness.
Il regolamento sui Green Bond è accompagnato da un documento strategico per facilitare l'accesso alla finanza sostenibile alle Pmi e ai consumatori, rafforzare la capacità delle banche e degli intermediari finanziari rispetto al rischio climatico e ambientale, e incoraggiare l'integrazione di criteri su capitale naturale e biodiversità nei sistemi di rendicontazione, nei rating creditizi e nelle regole contabili.
Da quanto emerge dal documento strategico che accompagna il regolamento, per aumentare le opportunità di accesso di Pmi e piccoli investitori alla finanza sostenibile, la Commissione europea potrebbe proporre entro il 2022 una definizione di "prestiti" e "mutui" green. Tra le altre iniziative, Bruxelles potrebbe anche proporre una classificazione di "investimenti per la transizione", una forma di riconoscimento per le attività economiche che non sono sostenibili al 100% ma sono "su un sentiero credibile" per la sostenibilità.
Lo standard europeo dei Green Bond sarà competitivo rispetto agli altri già sul mercato perché "l'Ue è leader mondiale nella finanza sostenibile e in questo gioca un ruolo decisivo anche l'euro". Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, parlando con un gruppo di agenzie di stampa europee tra cui l'ANSA. Secondo i dati della Commissione europea, il 51% delle emissioni globali di obbligazioni verdi nel 2020 veniva da aziende e enti pubblici dell'Ue.
Un altro elemento importante, sottolinea Dombrovskis, è che "i nostri Green Bond sono allineati alla tassonomia Ue", cioè la classificazione degli investimenti che include i criteri tecnici che rendono un'attività economica genuinamente sostenibile. "Alcuni Paesi ed aziende europee già usano gli stessi criteri - ha aggiunto - il Lussemburgo emette obbligazioni verdi allineate con il nostro standard, come anche l'utility dell'elettricità tedesca E.ON, e la Banca europea degli investimenti userà i Green Bond dell'Ue. Possiamo costruire su questa leadership per attrarre capitali, anche dai Paesi terzi - conclude Dombrovskis - e così dare il nostro contributo al Green Deal grazie alla finanza sostenibile".
A proposito della controversa questione della "patente verde" per l'energia nucleare e il gas naturale, Dombrovskis ha detto che una delle opzioni è "una proposta legislativa che indichi un percorso di decarbonizzazione coerente con il ruolo che queste due fonti energetiche possono avere nel Green Deal". "Sul nucleare - riassume Dombrovskis - gli esperti si sono espressi entro i tempi previsti e ora dobbiamo trovare una sintesi".
"Per un Paese che dipende dal carbone il gas naturale è interessante perché è l'alternativa più immediata ed efficiente per emissioni più basse, ma dobbiamo verificare che eventuali nuovi gasdotti possano essere usati non solo per il gas ma anche per esempio per l'idrogeno verde, fatto con fonti rinnovabili", ha spiegato. Questo tipo di considerazioni potrebbe entrare "in un atto delegato o potremmo considerare un'iniziativa legislativa", ha concluso Dombrovskis.
Bene il sostegno della Commissione europea ai mutui e prestiti green, ma no alle aperture al gas naturale come energia verde. E' la posizione della Beuc, l'associazione dei consumatori europei, sulla strategia Ue per la finanza sostenibile. "Le indagini dei nostri soci, come Altroconsumo in Italia, mostrano che spesso le banche non propongono ai consumatori prestiti verdi con tassi di interesse vantaggiosi", si legge in una nota Beuc. La ricerca di Altroconsumo è datata 2020, e denuncia poca trasparenza da parte delle banche e scarsità di soluzioni offerte.
"Sono necessarie - continua la nota Beuc - ulteriori misure per garantire che i consumatori abbiano accesso a condizioni di prestito verdi interessanti per rendere le loro case più efficienti dal punto di vista energetico". Il Beuc critica però il fatto che la Commissione potrebbe proporre una normativa per sostenere il finanziamento di determinate attività economiche, principalmente nel settore energetico, compreso il gas naturale, che contribuiscono a ridurre le emissioni di gas a effetto serra per i prossimi 10 anni.
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