BRUXELLES - La decisione del governo italiano sulle restrizioni sui viaggi anche all'interno dell'Ue avrà un impatto sul dibattito al summit dei leader Ue previsto per domani, sarà parte della discussione. Lo spiega un alto funzionario dell'Unione europea sottolineando come l'Europa abbia bisogno di migliorare ulteriormente il coordinamento delle misure di fronte alla nuova emergenza Covid.
"Non abbiamo ricevuto nessuna notifica dall'Italia" sull'ordinanza sul tampone obbligatorio per l'ingresso nel Paese. "I Paesi membri sono obbligati ad informare" la Commissione su eventuali restrizioni ai viaggi. Lo spiega un portavoce dell'esecutivo europeo rispondendo ad una domanda sull'ordinanza sui viaggi emanata ieri dal governo italiano. Le misure restrittive ai viaggi all'interno dell'Ue devono essere "proporzionali" e "giustificate", ha spiegato il portavoce.
In un'interrogazione presentata oggi a Bruxelles, la delegazione di Fratelli d'Italia all'Europarlamento ha chiesto alla Commissione Ue di verificare "se e quali violazioni del regolamento europeo ci siano state da parte del governo italiano nell'introduzione delle restrizioni sanitarie" per il Covid annunciate da Roma.
"Quando gli Stati membri introducono condizioni aggiuntive o rendono le norme più severe, come nel caso dell'Italia e forse del Portogallo", questa scelta "deve essere giustificata sulla base della situazione reale" aveva etto ieri la vicepresidente della Commissione Ue, Vera Jourova, rispondendo a una domanda sull'introduzione del tampone obbligatorio per chi dall'Europa si reca in Italia, anche per gli immunizzati. "Immagino che se ne parlerà al Consiglio europeo" giovedì "perché queste decisioni individuali degli Stati minano la fiducia delle persone sul fatto che le condizioni siano uguali ovunque in Ue", ha aggiunto.
Jourova ha sottolineato che il regolamento introdotto dalla Commissione Ue sul Green pass prevede che i cittadini europei siano autorizzati a viaggiare in tutta l'Unione senza restrizioni nel caso in cui siano vaccinati, oppure siano in possesso di un risultato negativo a un tampone o di un certificato che ne attesti l'avvenuta guarigione dal Covid. Così come concepito, il certificato verde "non è morto" ed "è uno dei progetti di maggior successo dell'Unione negli ultimi anni perché aiuta le persone a viaggiare, il turismo a sopravvivere e i servizi ad andare avanti", ha evidenziato ancora la commissaria, precisando che gli Stati membri hanno il potere di introdurre requisiti aggiuntivi al Green pass, ma l'auspicio è che scelte di questo tipo non facciano "morire il certificato".
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