BRUXELLES - "La crisi dovuta alla guerra in Ucraina ha cambiato in maniera sostanziale gli equilibri nella regione artica, gli altri Stati membri del Consiglio artico hanno interrotto qualsiasi cooperazione con la Russia, le cose non potevano andare avanti come se niente fosse". Lo spiega all'ANSA l'inviato speciale Ue per l'Artico, Michael Mann. "Nonostante le tensioni, però, grazie ai fondi europei l'Artico può diventare un laboratorio di sviluppo di tecnologie e risorse sostenibili con cui vincere la sfida della crisi energetica", aggiunge Mann.
"Isolare la Russia non è un buon motivo per fermare la cooperazione artica, anzi è in realtà più importante che mai", continua il diplomatico Ue che sottolinea: "C'è un evidente aumento di presenza militare russa nella regione", ma inscrive il problema nella necessità di "rivedere in linea generale le politiche di sicurezza dell'Occidente nei confronti di Mosca, non solo per la regione artica". "Al contempo grazie ai minerali necessari per la produzione di batterie ed altre risorse preziose l'Artico può dare una spinta incredibile alla transizione energetica", continua Mann che si augura che "grazie a fondi di programmi come Horizon e il fondo di sviluppo regionale la zona artica possa vedere l'affermarsi di una vera filiera dell'economia dell'energia rinnovabile che possa essere da esempio anche al di fuori della regione".
Sebbene la regione sia dotata anche di enorme risorse di idrocarburi il diplomatico del servizio estero Ue sottolinea come la strategia europea per l'artico si basi sulla volontà di ottenere "una moratoria per l'arresto di esplorazioni e ricerca di nuovi giacimenti nella regione artica e puntare invece alla sostenibilità come bandiera di una regione che è tra le più affette dalla conseguenze dei cambiamenti climatici".
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