BRUXELLES - Sette Paesi dell'Ue si oppongono a nuovi fondi comuni dell'Unione per sostenere la transizione 'verde', come risposta ai sussidi previsti dall'Inflation reduction act degli Stati Uniti. Lo scrivono Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Austria, Irlanda, Estonia e Slovacchia in una lettera inviata oggi al vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, e vista dall'ANSA. Oltre alle valutazioni economiche, nella lettera invitano tra l'altro a "evitare inutili tensioni commerciali con gli Stati Uniti, soprattutto nella situazione attuale".
I sette firmatari, al di là di quanto scrivono nella lettera a Dombrovskis, secondo quanto si apprende da fonti diplomatiche, si autodefiniscono come "Paesi frugali" e "amici degli Usa". Il timore di turbare le relazioni commerciali con gli Usa è insomma un fattore importante nella decisione di intervenire su un tema, quello della risposta europea ai sussidi americani, che sarà sul tavolo del Consiglio europeo straordinario del 9 e 10 febbraio. Il testo inviato al vice presidente della Commissione responsabile per il Commercio è firmato in particolare dai ministri dell'Economia. Segnala tra l'altro che "fino ad ora sono stati utilizzati solo circa 100 miliardi di euro dei 390 miliardi di euro di sovvenzioni del Piano di ripresa e resilienza" e che "c'è ancora una capacità di prestito inutilizzata disponibile nel Pnrr".
"Qualsiasi misura aggiuntiva dovrebbe basarsi su un'analisi approfondita da parte della Commissione del deficit di finanziamento rimanente e non dovrebbe essere introdotto alcun nuovo finanziamento", sottolineano poi. I sette Paesi affermano anche di credere "fermamente" nella capacità dell'Ue di trovare soluzioni ai problemi posti dall'Inflation reduction act americano "continuando le discussioni con gli Stati Uniti". Gli Usa "sono e restano un partner eccezionalmente importante per l'Ue" e "l'approfondimento delle relazioni commerciali e di investimento dell'Ue con gli Stati Uniti è per noi una priorità". Infine notano come "la sicurezza delle forniture critiche è importante per il mercato interno in questi tempi di incertezza" e va garantita "senza aumentare inutili barriere al commercio".
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