BRUXELLES - La Confederazione internazionale dei sindacati (Ituc) ha sollevato dal suo incarico il segretario generale Luca Visentini con la motivazione che "non godeva più della fiducia" dell'organizzazione dopo il suo coinvolgimento nel Qatargate.
Il sindacalista italiano, arrestato lo scorso 9 dicembre e subito rimesso in libertà senza accuse, aveva ammesso di aver accettato una donazione di circa 50mila euro dall'Ong Fight Impunity che fa capo all'ex eurodeputato al centro dello scandalo, Pier Antonio Panzeri, per rimborsare alcuni costi della sua campagna per la leadership dell'Ituc, negando tuttavia di essere a conoscenza di attività irregolari.
Il Consiglio generale dell'Ituc, che aveva temporaneamente sospeso Visentini il 21 dicembre scorso, si è riunito oggi per esaminare il rapporto della commissione speciale istituita per fare luce sulla vicenda, concludendo che non vi fosse più la fiducia necessaria ad affidargli la guida dell'organizzazione. "Gli eventi degli ultimi mesi hanno causato danni significativi alla reputazione dell'Ituc", ha riferito in una nota il presidente Akiko Gono, evidenziando che l'organizzazione ha "appreso importanti lezioni" e ribadendo "l'assoluta opposizione dell'Ituc alla corruzione in qualsiasi forma".
I sindacati internazionali hanno deciso di indire una riunione straordinaria per eleggere un nuovo segretario generale "non appena possibile", impegnandosi a prendere in considerazione modifiche alla sua costituzione "sul finanziamento delle campagne per le elezioni" interne.
"Sono profondamente rammaricato che il Consiglio generale della Ituc abbia deciso di revocare la fiducia nei miei confronti come segretario generale, eletto con un consenso molto ampio al Congresso di Melbourne pochi mesi fa. Il cosiddetto Qatargate ha avuto conseguenze terribili per il movimento sindacale e per me personalmente", scrive in una nota Visentini, dopo la decisione della Confederazione internazionale dei sindacati.
Il sindacalista italiano, arrestato lo scorso 9 dicembre allo scoppio dello scandalo e subito rimesso in libertà senza accuse, ribadisce la sua "innocenza rispetto alle accuse di corruzione e riciclaggio di denaro". "Tutto ciò che ho fatto è stato fatto in buona fede e per il benessere del movimento sindacale, mai spinto da ambizioni personali", sottolinea Visentini, precisando di rimanere "a disposizione del movimento sindacale anche in futuro".
"Non ho ricevuto alcuna tangente quando ho ricevuto una donazione e non ho tenuto alcun denaro per me, ma l'ho messo tutto a disposizione del movimento sindacale", scrive Visentini, spiegando che la donazione ricevuta "è stata data all'Ituc per aiutare i sindacati in difficoltà". "Ero convinto - aggiunge - che questo denaro provenisse da una fonte affidabile, e l'Ituc lo ha utilizzato in modo imparziale e in conformità con le regole interne in vigore". "Nel corso della mia vita ho sempre lottato contro la corruzione e l'illegalità. La mia preoccupazione principale è sempre stata e rimane quella di garantire che l'indipendenza, la responsabilità e la reputazione dell'Ituc e dell'intero movimento sindacale siano adeguatamente protette", sottolinea ancora il sindacalista, auspicando che la Confederazione "esca da queste difficoltà forte e unita" e "in prima linea nella difesa dei diritti e degli interessi dei lavoratori di tutto il mondo".
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