BRUXELLES - Gli italiani sono tra i cittadini europei più attenti alla sfida climatica e oltre tre su quattro (76%) si dicono favorevoli "a misure governative più severe" a tutela dell'ambiente. E' quanto emerge dall'indagine annuale sul clima condotta dalla Banca europea per gli investimenti (Bei). "Il cambiamento climatico rimane una delle maggiori sfide per l'Italia (il 56% degli italiani classifica il degrado climatico o ambientale tra le prime tre principali sfide per il Paese) e "per molti, il governo ha un ruolo da svolgere nell'incoraggiare il cambiamento comportamentale individuale", si legge nel report.
L'esito dell'indagine - giunta alla sua quinta edizione e condotta su un campione di oltre 28mila persone da 30 Paesi diversi - mostra che otto italiani su dieci sono convinti di poter fare la differenza nell'affrontare l'emergenza climatica. Una quota che, unita agli altri dati raccolti, pone il nostro Paese in cima alla graduatoria Ue per l'attenzione e la cura dedicata all'ambiente da molteplici punti di vista. Sul fronte dell'occupazione, un numero crescente di giovani italiani (l'81%) ritiene che le credenziali climatiche dei potenziali datori di lavoro rappresentino un fattore rilevante nella scelta di un posto di lavoro, un elemento ritenuto "una priorità assoluta" per il 25% dei ventenni.
E anche in campo alimentare la produzione responsabile è in cima ai pensieri degli italiani. Per aiutare le persone a compiere scelte più sostenibili quando fanno la spesa, l'85% degli intervistati è favorevole all'etichettatura di tutti i prodotti alimentari per metterne in evidenzia l'impronta climatica. Una tesi condivisa anche dai vicini francesi (83%) e dai cittadini tedeschi (80%). Non solo: il 64% degli italiani - in linea con il 60% dei francesi e il 61% dei tedeschi -, indipendentemente dal reddito, afferma di essere disposto a pagare un po' di più per il cibo locale. Allo stesso modo, oltre due terzi (68%) degli italiani sarebbero favorevoli - contro il 57% dei francesi e il 49% dei tedeschi - a limitare la quantità di carne e latticini per contribuire a tagliare le emissioni di gas serra.
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