BRUXELLES - Un ospite straniero su due negli agriturismi italiani è tedesco, ma sono in forte aumento anche danesi, spagnoli, austriaci, olandesi e polacchi. È l'istantanea scattata dall'Ismea nel Rapporto agriturismo e multifunzionalità, giunto alla sua sesta edizione. Il principale mercato estero per provenienza degli ospiti si conferma quello tedesco, con il 42,8% degli arrivi e il 50,7% delle presenze straniere.
Nel 2021 è stata registrata una forte ripresa del mercato statunitense. Arrivi e presenze rispetto alla fase più acuta della pandemia sono più che quadruplicati, indica l'Ismea, ma restano ancora molto lontani dai livelli del 2019. Tra i Paesi europei sono in forte aumento, su base annua, gli ospiti provenienti da Danimarca, Spagna, Austria, Olanda e Polonia. In crescita anche i mercati francese, belga e svizzero. Ancora in calo, invece, le quote degli inglesi e di diversi Paesi orientali.
In un contesto di forte ripresa del comparto turistico, la tendenza al calo della quota di pernottamenti turistici nelle aree rurali si è invertita durante la pandemia, sia in Italia che in Europa. "Tra il 2019 e il 2021- si legge nel rapporto Ismea - la quota di pernottamenti nelle aree rurali è passata dal 32,9% al 36,9% nell'Ue e dal 28,3% al 31,1% in Italia".
Ismea, da un'indagine ad hoc condotta presso circa 500 ospiti che hanno pernottato in agriturismo nel 2022, individua le cause nella destagionalizzazione dei soggiorni (il 12,5% è stato in mesi non estivi), l'aumento della loro durata media, l'uso di mezzi di trasporti propri (in automobile nell'88,5% dei casi) e alle opportunità offerte dall'online (il 75% degli ospiti ha prenotato il soggiorno contattando direttamente l'agriturismo).
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