BRUXELLES - "Tra il 2009 e il 2019, la spesa in ricerca e sviluppo in Italia è cresciuta fino a raggiungere l'1,5 per cento del Pil. E, tuttavia, restiamo sotto la media della zona euro, che è del 2,3 per cento del Pil. Il Pnrr stanzia circa 31 miliardi per la missione 'Istruzione e Ricerca'. Di questi, per le università sono previsti investimenti in borse di studio, partenariati di ricerca con il settore industriale, e nuovi alloggi - un punto particolarmente importante anche alla luce delle proteste degli studenti di questi ultimi giorni sul caro-affitti. Se pensiamo che che l'1,5 per cento di spesa in ricerca e sviluppo in rapporto al Pil vuol dire circa 25 miliardi, abbiamo un'idea più chiara del salto qualitativo che l'Italia può fare grazie a Next Generation Eu". Lo ha detto il commissario Ue agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, intervenendo con un video messaggio al seminario 'Quale Europa per il futuro dei giovani', organizzato alla Sapienza.
"A livello europeo, l'Italia è penultima per la quota di laureati tra i giovani. Abbiamo poi tra i giovani molte più donne laureate rispetto agli uomini, ma un tasso di occupazione femminile tra i più bassi in Europa. Abbiamo, infine, il record di giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet. L'Italia ha dunque un enorme potenziale inespresso che dobbiamo cercare di liberare. Con le risorse comuni messe a disposizione da Next Generation Eu, l'Italia ha, dopo tanto tempo, lo spazio di bilancio per colmare questi ritardi", ha spiegato Gentiloni. E il commissario europeo ha quindi sottolineato: "per questo, oltre che per tutti gli altri aspetti ricompresi nel piano, portare avanti con decisione il Pnrr da qui fino al 2026 deve essere la priorità numero uno di un Paese che guarda ai giovani e scommette sul futuro."
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