BRUXELLES - Il deterioramento della situazione nel Nord del Kosovo aumenta "la possibilità di un 'Donbas' balcanico, Dio non voglia, proprio nel cuore d'Europa". È l'avvertimento lanciato dal premier albanese, Edi Rama, via social, arrivando a Bruxelles dove oggi incontra il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
Obiettivo del premier è trasmettere "le nostre significative preoccupazioni per la situazione critica nella regione" e suggerire "una conferenza a tempo dove, tra le mura di una struttura ospitale sotto l'egida della comunità euro-atlantica i leader di Serbia e Kosovo finalizzino tutti i punti dell'accordo di normalizzazione", spiega ancora Rama.
Per il premier albanese "la miopia strategica nell'approccio al dialogo, il ritardo nell'attuazione dell'ottimo piano franco-tedesco, lo spostamento dell'attenzione verso le dimostrazioni di forza e, di conseguenza, il deterioramento della situazione nel Nord possono costare a tutta la regione, indubbiamente alla Serbia, ma soprattutto al Kosovo più di chiunque altro, una battuta d'arresto irreversibile con conseguenze a lungo termine". "L'Albania farà tutto il possibile per evitare che ciò accada" conclude Rama, avvertendo del rischio per gli Stati dei Balcani di essere spinti "tutti fuori dal percorso di integrazione europea verso la vecchia polveriera nel cuore dell'Europa".
"Il ritorno a casa della polizia del Kosovo è una notizia tardiva, ma comunque molto positiva perché, in primo luogo, pone fine alla privazione arbitraria della libertà di tre persone che non hanno commesso alcun reato e, in secondo luogo, riapre la strada alla de-escalation e al dialogo. Sono contento che la forza della ragione abbia prevalso sulla ragione della forza", scrive in un tweet il premier albanese, commentando il rilascio dei tre agenti di polizia kosovari detenuti in Serbia. "Mi auguro che con la forza della ragione possa partire subito la tanto attesa de-escalation e si possano sciogliere ulteriormente i nodi del processo di normalizzazione finale tra Kosovo e Serbia", ha aggiunto.
"Con Edi Rama ho sottolineato che è necessaria un'immediata de-escalation della situazione nel nord del Kosovo a beneficio dell'intera regione dei Balcani Occidentali. Il dialogo facilitato dall'Ue e l'attuazione degli accordi devono proseguire rapidamente. Mi aspetto che il Consiglio europeo invii un messaggio chiaro questa settimana". Lo scrive in un tweet il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, a conclusione dell'incontro con il premier albanese a Bruxelles.
"Le elezioni devono essere organizzate nei quattro comuni nel nord del Kosovo con la partecipazione senza condizioni dei serbi del Kosovo al voto e entrambe le parti devono dar prova di voler attuare gli obblighi" degli accordi di Dialogo. Gli stati membri restano pronti ad adottare ulteriori misure se non si vedranno progressi. Per una futura adesione all'Ue, ci aspettiamo un comportamento europeo". Così l'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, in conferenza stampa al termine del Consiglio Affari Esteri dove si è discussa l'escalation nel nord del Kosovo, a maggioranza serba.
Il capo della diplomazia europea ha raccontato di aver riferito della riunione di emergenza con il presidente serbo, Aleksandar Vucic, e il premier del Kosovo, Albin Kurti del 22 giugno scorso. Nonostante l'Ue abbia presentato una "roadmap equilibrata per uscire dalla crisi", la riunione "non ha prodotto un immediato risultato", ha spiegato Borrell.
Durante l'incontro odierno, i ministri degli Esteri dell'Ue "hanno sottolineato le gravi preoccupazioni per le continue tensioni nel nord del Kosovo e l'importanza di una de-escalation in linea con quanto abbiamo presentato con la nostra dichiarazione del 3 giugno", dicendosi pronti a prendere "misure, se necessario, per aumentare la leva dell'Ue e per sostenere il dialogo verso la normalizzazione" delle relazioni tra Serbia e Kosovo. Borrell infine ha accolto con favore "il rilascio dei tre agenti di polizia" kosovari detenuti dalla Serbia.
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