BRUXELLES - "Il nostro governo ha raggiunto un accordo con l'Ue sui prossimi passi per la de-escalation nel nord e la normalizzazione delle relazioni con la Serbia. Ciò dimostra la nostra volontà di adottare misure concrete per garantire la pace, la sicurezza e la stabilità in Kosovo e nella regione, al servizio della democrazia e dello stato di diritto". Lo annuncia in un tweet il premier del Kosovo, Albin Kurti.
"Il governo del Kosovo - si legge nella roadmap diffusa dal premier - annuncia pubblicamente il suo impegno a lavorare per la de-escalation e che non intraprenderà alcuna misura per aumentare le tensioni nel nord del Kosovo. Ciò include un'immediata diminuzione del 25% della presenza complessiva della polizia dentro e intorno le sedi" delle quattro municipalità a maggioranza serba nel nord del Paese.
Nella tarda serata di martedì 12 giugno la polizia ha cominciato a condurre "regolarmente valutazioni di sicurezza congiunte" con la missione Ue in Kosovo (Eulex) e il contingente Nato in Kosovo (Kfor), "ove opportuno per valutare la possibilità di diminuire ulteriormente la presenza della polizia" dentro e intorno le sedi dei municipi. Successivamente, il governo del Kosovo rilascerà "una dichiarazione pubblica incoraggiando lo svolgimento di elezioni amministrative anticipate nelle quattro municipalità del nord dopo l'estate".
Tra due settimane "l'Ue inviterà i capi negoziatori" di Serbia e Kosovo "a Bruxelles per finalizzare la tabella di marcia per l'attuazione dell'accordo sul percorso verso la normalizzazione delle relazioni dopo cui inizierà l'attuazione di tutti i punti dell'accordo".
Il ritiro delle forze di polizia ha coinvolto i tre maggiori comuni del nord a maggioranza serba - Zvecan, Zubin Potok e Leposavic - teatro delle proteste dei serbi locali nelle ultime settimane. Nel darne notizia, i media a Belgrado citano il vicedirettore della polizia kosovara per la regione nord Veton Elisani. Martedì scorso il governo di Pristina, dopo un incontro del vicepremier e capo negoziatore kosovaro Besnik Bislimi con l'inviato speciale Ue Miroslav Lajcak, aveva annunciato un prima riduzione del 25% della presenza di polizia all'interno e intorno alle sedi municipali dei tre Comuni a maggioranza serba, insieme a nuove elezioni locali al nord dopo l'estate.
La polizia valuterà inoltre ulteriori riduzioni della presenza di agenti al nord dopo valutazioni della situazione di sicurezza unitamente a Eulex e Kfor. Il governo kosovaro aveva annunciato al tempo stesso una prossima convocazione a Bruxelles dei due capi negoziatori di Pristina e Belgrado al fine di proseguire il piano verso una normalizzazione della situazione. Il ritiro della polizia dal nord del Kosovo è una delle richieste di Belgrado, insieme all'allontanamento dei nuovi sindaci di etnia albanese e al rilascio dei serbi arrestati durante le proteste e i disordini avvenuti al nord da fine maggio. La decisione su un primo ritiro delle forze di polizia dal nord fa seguito alle forti pressioni su Pristina da parte di Ue e Usa, che hanno imposto restrizioni al Kosovo la cui dirigenza è stata criticata per non aver dato seguito agli appelli per misure concrete dirette ad allentare le tensioni al nord.
Come ha riferito successivamente Veton Eljsani, la polizia ha ridotto del 25% la sua presenza nei Comuni del nord del Kosovo a maggioranza serba. "Dopo che i vertici della polizia hanno accettato le decisioni del governo, ha preso il via la loro attuazione", ha detto Eljsani citato dai media a Belgrado. Gli stessi media riferiscono che la situazione sul terreno è invariata, con la popolazione serba locale che prosegue le proteste pacifiche davanti ai municipi di Zvecan, Leposavic e Zubin Potok, con presenza di polizia kosovara e reparti della Kfor, la Forza Nato in Kosovo. I media serbi danno notizia al tempo stesso della convocazione da parte del mediatore Ue Miroslav Lajcak dei capi negoziatori di Belgrado e Pristina la prossima settimana a Bruxelles per proseguire i colloqui verso la normalizzazione della situazione.
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