BRUXELLES - La Commissione ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'Ue per non aver posto fine alla discriminazione dei docenti stranieri. La questione riguarda la "ricostruzione delle carriere dei docenti stranieri" nelle università italiane, di cui la legge italiana fornisce un quadro accettabile, come riconosciuto dalla Corte di giustizia dell'Ue. Tuttavia, ad oggi la maggior parte delle università italiane non ha adottato le misure necessarie per una corretta ricostruzione della carriera dei lettori. Ciò include l'adeguamento dello stipendio, dell'anzianità e delle corrispondenti prestazioni previdenziali a quelle di un ricercatore con contratto part-time, nonché il diritto agli arretrati a partire dall'inizio del rapporto di lavoro. Di conseguenza, la maggior parte dei docenti stranieri, spiega la Commissione Ue, non ha ancora ricevuto il denaro e le prestazioni a cui ha diritto. Bruxelles ha avviato una procedura d'infrazione contro l'Italia nel 2021, seguita da un parere motivato nel gennaio 2023. Nonostante la legislazione nazionale e la sentenza della Corte, i docenti stranieri continuano a essere discriminati. Per questo motivo Palazzo Berlaymont ha ora deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'Ue.
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