STRASBURGO - "La Corte di giustizia ha statuito che, quando uno dei genitori è cittadino dell'Unione, tutti gli Stati membri sono tenuti a riconoscere il rapporto di filiazione stabilito nell'atto di nascita rilasciato da uno Stato membro, ai fini dei diritti derivati dal diritto dell'Ue: se il minore è cittadino dell'Unione, ha diritto al rilascio da parte dello Stato membro di cui ha la cittadinanza di un passaporto o di una carta d'identità attestante la cittadinanza e il nome come risulta dall'atto di nascita rilasciato da un altro Stato membro". Lo sottolinea il commissario Ue alla Giustizia, Didier Reynders. nella riposta all'interrogazione a prima firma dell'eurodeputata Pd Pina Picierno, sull'impugnazione da parte della procura di Padova degli atti di nascita di 33 bambini di coppie omogenitoriali femminili.
Nell'interrogazione, sottoscritta dagli eurodeputati italiani del gruppo dei socialisti, si chiedeva alla Commissione Ue se la decisione dell'autorità giudiziaria italiana rispetta i principi e valori comunitari e se l'esecutivo europeo sta valutando di intraprendere azioni per far rispettare all'Italia il diritto dell'Ue e la Carta dei diritti fondamentali dell'Ue. Nella lettera di risposta Reynders ha sottolineato che "secondo la Corte di giustizia, sebbene, allo stato attuale del diritto dell'Unione, le norme che disciplinano il cognome di una persona rientrino nella competenza degli Stati membri, questi ultimi, nell'esercizio di tale competenza, devono rispettare il diritto dell'Unione, in particolare le disposizioni del trattato relative alla libertà, riconosciuta a ogni cittadino dell'Unione, di circolare e di soggiornare sul territorio degli Stati membri".
"Il diritto dell'Unione in materia di libera circolazione delle persone non si applica a situazioni puramente interne i cui elementi rilevanti rimangono confinati, sotto tutti gli aspetti, all'interno di un unico Stato membro: la Commissione sta monitorando attentamente l'attuazione dell'acquis dell'Unione in materia di libera circolazione come interpretato dalla Corte di giustizia, anche in relazione ai diritti delle famiglie arcobaleno", ha quindi concluso il commissario.
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