BRUXELLES - "Non siamo disposti a permettere che le nostre missioni di addestramento nel Sahel siano usate in contiguità con la Wagner: siamo in stand-by, diminuiamo il livello di attività, facciamo molto meno di quello che pianificavamo di fare, alla fine decidono gli Stati membri, se ritirarsi completamente o rafforzarsi". Lo ha detto l'Alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell alla plenaria di Strasburgo nel dibattito dedicato alla situazione in Africa occidentale e centrale alla luce dei recenti colpi di Stato. "Non abbiamo visto arrivare il golpe in Niger ed è stato un golpe doloroso perché avevamo un buon rapporto con il presidente Bazoum", ha aggiunto. "Non è detto che sia compito delle missioni condurre questo tipo di analisi, non credo che siamo in grado di poter prevedere questo tipo di eventi", ha poi continuato.
"Non abbiamo fatto abbastanza nel Sahel? Evidentemente no, ma non dobbiamo essere masochisti, pensare che dopo tanti anni di indipendenza tutta la colpa sia del retaggio coloniale: è una narrazione che non aiuta a trovare la verità: il presidente francese Emmanuel Macron ha tentato diverse iniziative per lo sviluppo del Sahel e la Francia ha mandato i suoi uomini e le sue donne per contribuire a migliorare la situazione di sicurezza dell'area", ha osservato l'Alto rappresentante.
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