BRUXELLES - A due giorni dalla riunione dei ministri europei degli Interni, in programma giovedì a Bruxelles, proseguono fitti i negoziati per trovare la maggioranza qualificata necessaria ad approvare il regolamento sulla gestione delle crisi migratorie, parte del nuovo Patto per la migrazione e l'asilo. A quanto si apprende da fonti vicine al dossier, la Germania continua a tenere il punto, astenendosi sul testo di compromesso messo sul tavolo da Madrid. Le riserve di Berlino riguardano in particolare il rischio che, con il pretesto dello stato di crisi, gli standard a tutela dei richiedenti asilo minori e delle famiglie vengano abbassati troppo. Tra i punti più contestati dal governo di Olaf Scholz vi è anche l'introduzione della strumentalizzazione - come nel caso della guerra ibrida portata avanti dalla Bielorussia con l'invio massiccio di migranti verso il confine Ue - tra le possibili cause per l'attivazione dello stato d'emergenza. Ad astenersi, insieme a Berlino, a quanto si apprende sono anche la Slovacchia e i Paesi Bassi. Mentre a votare apertamente contro, rifiutando qualsiasi meccanismo obbligatorio di ricollocamento dei migranti previsto in caso di crisi, sono Polonia, Ungheria, Austria e Repubblica Ceca.
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