STRASBURGO - Le autorità polacche devono prendere tutte le misure legislative necessarie a garantire nuovamente il diritto a un equo processo e il principio dell'indipendenza di tribunali e magistratura violati a causa della riforma della giustizia iniziata nel 2017. Per farlo hanno 12 mesi di tempo.
È quanto ha stabilito la Corte europea dei diritti umani nella sentenza in cui condanna lo Stato polacco per aver violato i diritti dell'ex Presidente Lech Walesa. I giudici della Cedu hanno stabilito che la Polonia ha violato il suo diritto a un equo processo quando il procuratore generale ha riaperto il caso, già giudicato in favore dell'ex leader di Solidarnosc, sulle affermazioni di un suo ex amico e associato circa la sua collaborazione con le autorità sovietiche. La Cedu ha stabilito che Varsavia dovrà versare 30mila euro per danni morali all'ex Presidente.
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