BRUXELLES, 29 NOV - Continuano serrate le trattative sulla riforma del Patto di stabilità, con un confronto centrale atteso all'Ecofin straordinario del 7 dicembre. Il negoziato si è scaldato oggi in Commissione Affari economici e monetari al Parlamento europeo e da quanto si apprende da fonti vicine alla trattativa nella riunione tra i relatori, inclusi i relatori ombra, si è fatto particolarmente acceso soprattutto sul calo annuo del debito previsto dalle nuove regole. Gli esponenti del Ppe avrebbero messo sul tavolo cifre sul taglio dell'indebitamento annuo nell'ordine dell'1,5% del Pil, alle quali S&D avrebbe contrapposto una forchetta dello 0,1-0,5%. La riforma avrebbe dovuto arrivare al Pe al voto alla Econ il 4 dicembre ma è stata fatta slittare all'11 dicembre, anche in attesa dell'esito della trattativa al Consiglio e di quanto deciderà l'Ecofin. Da quanto spiegano fonti qualificate, comunque, l'obiettivo resta quello di portare la riforma al fotofinish alla plenaria del Parlamento europeo dell'11-14 dicembre, perché il timore è che in caso contrario non basti il tempo per concludere le trattative inter istituzionali al cosiddetto trilogo, per portare quindi la riforma definitiva all'ultima plenaria di aprile, prima delle europee.
A livello del Consiglio, intanto, il negoziato sulla riforma del Patto sembra restare alle cifre già messe sul tavolo nei giorni scorsi, in attesa anche di sviluppi sul negoziato in corso a livello di capitali. Per il calo del debito previsto dai piani di spesa dei Paesi più indebitati, nei quattro anni successivi al completamento dell'aggiustamento del deficit, si ipotizza ancora una forchetta tra l'1 e l'1,5% del Pil. Si parla invece di 1-2% per il margine di salvaguardia sul deficit, l'obiettivo al quale puntare per il disavanzo una volta che uno Stato ha completato l'aggiustamento e ha comunque una posizione che pone il debito su un percorso plausibilmente discendente o rimane a livelli prudenti in assenza di ulteriori misure di bilancio. Non va dimenticato che in trattativa sembra sostanzialmente passata la regola che prevede per i Paesi in extra deficit un aggiustamento di bilancio automatico dello 0,5% del Pil annuo fino a quando il disavanzo non rientri entro il 3% del Pil Restano intanto ancora fumose le ipotesi sulla soglia di scostamento che sarà tollerata per i piani di spesa a 4-7 anni, che verranno concordati con l'Ue dagli Stati membri e per i quali la riforma introdurrà il meccanismo del 'conto di controllo' segnando di anno in anno di quanto la spesa netta effettiva sia superiore o inferiore al previsto. L'idea è che il saldo annuale tra crediti e debiti registrati dal conto di controllo di un Paese non superi una data quota del Pil, nel qual caso scatterebbe una procedura. La scorsa settimana la presidenza spagnola di turno dell'Ue ha inviato ai 27 l'ultimo testo legislativo della riforma, dei tre sul tavolo, quello più delicato politicamente e relativo al braccio preventivo del Patto. Prima dell'Ecofin è atteso un nuovo aggiornamento del testo, che dovrebbe arrivare tra domani e dopodomani.
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