BRUXELLES - L'Unione Europea non è uno Stato - con eserciti e forze speciali - ma ha la responsabilità di non lasciare nessun cittadino Ue da solo in caso di grandi crisi internazionali. Un paradosso che, con il moltiplicarsi dei fronti caldi, lasciava sempre più a desiderare la risposta blustellata. Dunque, su grande impulso dell'alto rappresentante Josep Borrell, l'Ue si è finalmente dotata di un Centro unico di coordinamento, con l'obiettivo di garantire la sicurezza dello staff diplomatico Ue, la protezione dei cittadini europei nonché l'assistenza H24 al lavoro dell'alto rappresentante.
"Noi ci occupiamo non solo di politica estera ma anche di sicurezza. Ed è un ruolo che, con le crisi ormai giornaliere, aumenterà d'importanza", ha detto Borrell visitando il Centro, che si trova al quartier generale del Servizio di Azione Esterna dell'Ue. "Quando la prima crisi è arrivata non sapevamo come gestire la massa d'informazioni: ora lo sappiamo e abbiamo finalmente i mezzi per dare soluzioni", ha sottolineato Borrell.
Gli esempi non mancano. Il Covid ha interrotto le connessioni nel mondo, con migliaia di cittadini europei bloccati all'estero; poi la rotta di Kabul, le crisi in Africa (prima l'Etiopia e più di recente il Sudan o il Niger) e lo scoppio della guerra in Ucraina. Da ultimo Gaza. E ogni volta la necessità di cooperazione fra gli Stati Ue ha mostrato l'esigenza di un ruolo più attivo di Bruxelles. Bene. Il nuovo Centro, che può contare su un personale di 150 unità, comprese le forze dislocate nel mondo attraverso la rete diplomatica blustellata, diventerà il cuore del sistema.
Non poteva dunque mancare la Situation Room, che si attiva in caso di emergenza per gestire in modo centralizzato la massa d'informazioni, sia da fonti aperte (tv, social, agenzia di stampa) che 'chiuse' (intelligence, comunicazioni riservate dalle delegazioni). L'obiettivo, come si diceva, è garantire che nessuno cittadino Ue sia lasciato indietro in caso di crisi, attraverso il coordinamento degli Stati membri responsabili delle operazioni sul terreno, ma, allo stesso tempo, che l'alto rappresentante abbia tutti i dati per poter svolgere il suo lavoro, compreso il fronte diplomatico. Aspettando che la bussola strategica renda l'Ue in grado di svolgere missioni in autonomia, attraverso la Forza d'Intervento rapido.
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