BRUXELLES - I Paesi Ue hanno bloccato l'accordo politico, raggiunto in via provvisoria il 13 dicembre tra Consiglio Ue e Parlamento europeo, sulle nuove norme a tutela dei rider e dei lavoratori delle piattaforme come Uber, Deliveroo e Glovo. Lo riferisce la presidenza di turno della Spagna.
Tra gli ambasciatori dei Ventisette, riuniti questa mattina a Bruxelles, non è stata trovata la maggioranza necessaria e il dossier non è stato sottoposto al voto. A quanto si apprende, Parigi guida un fronte nutrito di capitali che hanno espresso riserve sull'intesa. Il testo passerà ora nelle mani del governo belga, che dal 1° gennaio assumerà la presidenza Ue, e potrà riaprire i negoziati con i rappresentanti dell'Eurocamera.
"Un accordo equilibrato che garantisca i diritti più elementari ai lavoratori delle piattaforme viene bloccato senza una buona ragione sulla base delle obiezioni di una piccola minoranza: questo invia il messaggio sbagliato ai tassisti e agli addetti alle consegne che lavorano duramente durante il periodo più impegnativo dell'anno". Questa la reazione del segretario della Confederazione europea dei sindacati, Ludovic Voet, commentando lo stop da parte dei governi Ue dell'intesa politica sulle nuove norme a tutela dei rider e dei lavoratori della gig economy.
"L'accordo trovato nei triloghi era tutt'altro che ideale, ma alla fine ha portato alcuni standard di base nel settore", sottolinea Voet, esprimendo la volontà di lavorare "duramente con la maggioranza degli Stati membri che hanno sostenuto l'accordo per garantire che questo processo si concluda con successo nel nuovo anno sotto la presidenza belga".
Il tribunale del Lavoro di Bruxelles ha stabilito intanto che 115 corrieri che hanno lavorato per Deliveroo nel 2017 e nel 2018 devono essere considerati come dipendenti. I giudici belgi hanno accolto il ricorso presentato dai sindacati, annullando una precedente decisione a favore invece della piattaforma di consegna di cibo a domicilio. "C'è motivo di riclassificare il rapporto di lavoro tra i corrieri e Deliveroo Belgio come rapporto di lavoro dipendente e di applicare il regime di previdenza sociale per i lavoratori dipendenti", afferma il Tribunale del lavoro di Bruxelles, evidenziando anche che l'azienda non è compatibile con lo status dell'economia collaborativa.
Un verdetto contro al quale i vertici di Deliveroo annunciano di voler ricorrere in Cassazione. La decisione, spiega la società con sede a Londra, "non tiene sufficientemente conto delle specificità del nostro modello di lavoro".
A festeggiare sono invece i rappresentanti dei lavoratori indipendenti. La sentenza è "finalmente una buona notizia" e un "traguardo importante" per i corrieri, è il commento diffuso dal collettivo Csc, che sottolinea come ora i fattorini possano "rivendicare i diritti sociali e lavorativi che si applicano a tutti gli altri lavoratori, a cominciare dalla corretta retribuzione, dal diritto alle ferie retribuite e dal salario in caso di malattia".
Il tribunale del Lavoro di Bruxelles esaminerà ora le conseguenze finanziarie della sentenza per i rider interessati in termini di pagamento dei contributi e regolarizzazione degli stipendi. La sentenza in Belgio arriva dopo che la Spagna, lo scorso anno, è diventata il primo paese dell'Ue ad approvare la legislazione che riconosce come dipendenti i rider delle piattaforme come Deliveroo e UberEats come personale.
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