STRASBURGO, 28 FEB - Marija Pejcinovic Buric, segretaria generale del Consiglio d'Europa, ha incontrato Yulia Navalnaya, la moglie dell'oppositore russo morto in carcere il 16 febbraio. Nell'esprimere la profonda tristezza per la perdita dell'importante leader dell'opposizione russa, la segretaria generale ha evidenziato che "la morte di Navalny non può essere separata dalle gravi violazioni dei diritti umani che ha dovuto affrontare, tra cui un tentativo di avvelenamento non indagato, una serie di processi a sfondo politico e un'ingiusta detenzione in condizioni che equivalgono a un trattamento degradante e inumano, di cui le autorità russe sono pienamente responsabili".
Pejcinovic Buric ha ribadito anche che la Russia ha l'obbligo giuridico internazionale incondizionato di applicare le sentenze della Corte europea dei diritti umani, comprese quelle pronunciate a favore di Navalny. "Questo obbligo e il fatto che il Paese sia ancora firmatario della convenzione europea per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti, significa che Mosca deve garantire un'indagine efficace sulla morte di Navalny durante la detenzione", ha affermato la segretaria generale.
La segretaria generale ha infine deplorato la repressione senza precedenti contro la società civile e i difensori dei diritti umani in Russia. In questo contesto, ha lodato il coraggio di Navalny nel lottare per una Russia libera e democratica, e la determinazione di Yulia Navalnaya nel portare avanti l'eredità del marito.
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