(di Fabiana Luca)
Più risorse di bilancio, soluzioni
sul territorio contro i cambiamenti climatici, esigenze
regionali, allargamento, riforme e sussidiarietà attiva: nella
cornice della città di Mons, in Belgio, i leader dei territori
di tutta Europa si sono riuniti per definire l'agenda del futuro
della politica di coesione Ue. Un futuro che poggia su cinque
pilastri delineati nella Dichiarazione di Mons consegnata nelle
mani del premier belga, Alexander De Croo, in vista del
Consiglio europeo che giovedì e venerdì riunirà a Bruxelles i
leader dei Ventisette.
Il decimo Summit delle regioni e delle città, organizzato dal
Comitato europeo delle Regioni (CdR) nell'anno del suo
trentesimo anniversario, ha portato nella città vallona 3.500
rappresentanti locali e regionali provenienti da 59 paesi e dai
cinque continenti. Un momento di confronto per fare il punto
sulla strada percorsa finora e guardare alle sfide della
coesione mentre cresce l'attesa per il nono report della
Commissione europea che aprirà la strada alla revisione vera e
propria.
In attesa del documento - in arrivo la prossima settimana -
il dibattito su come riformare la politica nata per "ridurre le
disparità" senza snaturarne le fondamenta è più acceso che mai.
La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e diversi
Paesi membri spingono per un modello in stile 'Recovery' basato
sulla gestione diretta dei fondi da parte dei governi. Un
modello che però, è la critica dei territori, rischia di
rinazionalizzare, e non decentrare, la spesa dei fondi di
coesione.
"I numeri dimostrano che i fondi gestiti direttamente sui
territori e dai territori vengono spesi prima e meglio di quelli
gestiti attraverso programmi nazionali dai ministeri", ha
incalzato il neo rieletto presidente dell'Abruzzo, Marco
Marsilio, nel corso della due giorni. Sulla stessa linea anche
la commissaria Ue per la Coesione, Elisa Ferreira, convinta che
molti elementi strutturali vadano preservati per non "lasciare
indietro nessuno", anche in vista delle Europee. A irrobustire
le file di chi si oppone alla perdita del controllo dei fondi Ue
da parte dei territori è anche il presidente del Comitato
europeo delle Regioni, Vasco Alv;;es Cordeiro che nella prima
giornata di summit ha promosso l'Alleanza Ue per la coesione, un
appello congiunto alle istituzioni comunitarie e ai governi
nazionali per una "politica rinnovata post-2027 che non lasci
nessuno indietro".
E dai territori arriva anche un appello per l'Ucraina. Dopo
il via libera di Bruxelles ai 50 miliardi dello strumento di
sostegno finanziario per Kiev, l'Alleanza Ue delle regioni e
delle città per la ricostruzione di Kiev ha adottato nel corso
della due giorni 17 raccomandazioni per un approccio più
"decentrato" alla ricostruzione, che lasci spazio alle autorità
locali su come gestirla.
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