BRUXELLES - Sono in corso "discussioni a livello tecnico con i Paesi membri, con la Nato e con i rappresentanti dei ministeri della Difesa per avere una prospettiva più ampia su come vogliamo costruire le infrastrutture", incluse quelle utili ai fini militari. "Abbiamo iniziato a pensare alle possibili esigenze di mobilità militare già nel 2014" dopo la prima invasione russa della Crimea". Lo conferma all'Ansa la direttrice generale per i trasporti (Dg move) della Commissione Ue, Magda Kopczynska.
In sostanza - spiega Kopczynska a margine dei Connecting Europe Days - "chiediamo agli Stati membri di verificare se le infrastrutture di cui dispongono siano adatte nel caso in cui diventino necessarie per i movimenti di attrezzature militari". La Commissione europea ha già proposto di inserire la mobilità militare come parte dello strumento di finanziamento per collegare l'Europa (la Connecting Europe Facility') per l'attuale prospettiva finanziaria, quindi prima dell'invasione dell'Ucraina.
"Non avevamo idea che quella parte di infrastruttura sarebbe stata utilizzata per lo spostamento di attrezzature militari così presto", ha sottolineato la direttrice generale. Bruxelles chiede ai governi che "quando costruiscono nuove infrastrutture" vedano quali sono quelle in posizioni strategiche e che possano utilizzarsi a doppio uso. Il riferimento "è a quelle che possono "funzionare per scopi civili, ma se necessario, potrebbero funzionare anche per scopi militari", come ad esempio "ponti resistenti al passaggio di carri armati". Quanto ai finanziamenti, la Commissione aveva chiesto per l'attuale esercizio finanziario 6 miliardi di euro, ma ne ha visti arrivare solo 1,7 miliardi in questa direzione. Considerate le attuali tensioni geopolitiche, Kopczynska si è detta convinta che "la sicurezza, non solo quella militare, ma anche quella economica e climatica, sia sicuramente un aspetto che gli Stati membri vorranno vedere riflesso nel prossimo bilancio" post 2027.
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