BRUXELLES - L'Ue deve integrare i suoi mercati finanziari, energetici e delle telecomunicazioni o rischia di perdere la sua "sicurezza economica" e di restare ulteriormente indietro rispetto a Stati Uniti e Cina. Lo dichiara in un'intervista al Financial Times online Enrico Letta, l'ex primo ministro italiano incaricato dal Consiglio europeo di valutare lo stato del mercato unico.
"Il problema è che in questo nuovo mondo siamo troppo piccoli e se non ci integriamo, decadremo", dichiara Letta. "L'inerzia del mercato unico significa declino". Una seconda presidenza negli Usa di Donald Trump richiederebbe che l'Ue fosse più audace nell'usare il potere del suo mercato interno. "Gli Stati Uniti stanno sfruttando il loro mercato unico", l'Ue no. "C'è stata una comunicazione falsa che abbiamo avuto per 20 o 30 anni, non è un vero mercato unico", ha detto Letta.
"Se non sei in grado di integrare il mercato unico dell'energia, della finanza e delle telecomunicazioni non hai alcuna sicurezza economica"., ha detto ancora Letta, che è anche direttore dell'istituto Jaques Delors. Integrare questi settori potrebbe sbloccare finanziamenti privati, per le priorità politiche dell'Europa di rendere più verde l'economia, estendere l'adesione all'Ue a Ucraina, Moldavia e Balcani occidentali e aumentare la spesa per la difesa. "Se non riusciamo a dare una risposta alla domanda su come finanziare la transizione verde, l'allargamento e le nuove esigenze di sicurezza, sarebbe molto, molto complicato evitare una reazione sociale e politica", ha affermato.
Per coprire le esigenze dei Paesi meno sviluppati che aderiranno al blocco, ha suggerito di istituire uno "strumento di allargamento" che eroga denaro secondo criteri rigorosi volti a mitigare le preoccupazioni circa l'errata spesa dei fondi da parte dei nuovi arrivati, ha affermato. "L'allargamento è una spinta, è qualcosa di positivo", ha detto Letta, ma gli attuali Stati membri devono "entrare in questo processo di allargamento senza l'idea che perderanno tutto". Letta suggerirà poi un diverso regolamento per la politica di concorrenza, che consideri le aziende europee come concorrenti su scala globale e chiederà che la legislazione europea venga applicata in modo più uniforme in tutto il blocco e che cambi il regime degli aiuti di Stato per garantire che vadano a vantaggio dei progetti transfrontalieri.
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