BRUXELLES - Italia, Germania, Paesi Bassi e Francia: quattro i Paesi che sono tra i maggiori produttori ed esportatori di dispositivi medici in Ue e che potrebbero risentire di più delle barriere agli appalti pubblici cinesi. È quanto sottolinea un funzionario dell'Ue dopo che la Commissione europea ha avviato un'indagine sugli appalti pubblici cinesi per i dispositivi medici considerati "ingiustamente discriminatori" per aziende e prodotti europei.
Si tratta della prima indagine lanciata nell'ambito dello Strumento sugli appalti internazionali adottato nel 2022 per garantire misure di reciprocità e che può portare a introdurre misure per limitare l'accesso agli appalti pubblici Ue alle aziende non europee i cui governi non consentono lo stesso accesso alle proprie gare.
La Commissione Ue ritiene che il mercato cinese degli appalti per i dispositivi medici sia "diventato gradualmente più chiuso per le imprese europee e straniere", nonché per i prodotti 'made in Europe' differenziando "ingiustamente tra aziende locali e straniere e tra dispositivi medici prodotti localmente e importati". L'Italia, secondo le informazioni di Bruxelles, è tra i Paesi che potrebbe risentirne di più.
Con l'avvio dell'indagine, la Commissione chiede alle autorità di Pechino di fornire informazioni e aprire un dialogo per portare a eliminare le misure ritenute discriminatorie. L'indagine e la procedura a essa legata dovrebbe durare nove mesi, un periodo prorogabile di altri cinque se dovesse ritenersi necessario.
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