(dell'inviato Michele Esposito)
L'obiettivo è rafforzare la sua
candidatura e costruire una maggioranza più forte possibile,
senza disdegnare il dialogo a destra ma con un punto
invalicabile: la Russia resta il nemico numero uno dell'Europa.
Ursula von der Leyen, in una doppia tappa a cavallo del weekend,
prima a Spalato e poi a Roma, fa un passo in più nella strategia
elettorale messa in campo per blindare la sua conferma. Un
piano che guarda innanzitutto alla composizione dell'Eurocamera
che verrà. E' lì che von der Leyen può cadere ed è sulle 'new
entry' che a luglio siederanno alla Plenaria di Strasburgo che
la presidente della Commissione vuole puntare.
A Spalato, in un pomeriggio pre-estivo, von der Leyen inizia
a mostrare il suo volto più umano, quello che risponde al logo
della sua campagna elettorale, "Ursula 2024". La presidente
della Commissione e candidata del Ppe, con al fianco il premier
croato Andrej Plenkovic e in un secondo momento la prima
ministra bosniaca Borjana Kristo, incontra a lungo i giovani
supporter del Ppe - in Croazia il partito di riferimento è l'Hzd
- e a loro promette un'Europa più sicura e prospera. Poi, con
Plenkovic e Kristo fa una lunga passeggiata nel centro storico
di Spalato, fermandosi, tra le foto dei curiosi, ad uno dei
caffè sul lungomare dalmato. "Colmare la distanza tra il vertice
della Commissione e le persone" è uno dei punti chiave della sua
campagna.
L'ascesa del sovranismo in Croazia è una realtà. L'arrivo di
von der Leyen è stato preceduto di poche ore dall'accordo di
governo tra il partito di Plenkovic e il Movimento Patriottico,
giovane partito dell'estrema destra che, tuttavia nella prossima
Eurocamera potrebbe aderire al gruppo Ecr, lo stesso di Fdi. Del
resto è lo stesso Plenkovic a confermare l'apertura a destra del
Ppe. "Dopo il voto possiamo trovare dei partiti un po' più a
destra ma che possono dare la fiducia ad una maggioranza pro-Ue.
Il Ppe è garante per la democrazia e per una maggioranza che sia
pro-Ue", sottolinea. La linea rossa la traccia von der Leyen:
"Essere pro-Ue, pro-Ucraina e pro-Nato". Sul resto, di fatto, si
potrà trattare. Il vero pericolo, per la Spitzenkandidat, è
l'ascesa dei partiti che lei definisce "proxy di Putin" e che
potrebbero influenzare le scelte della Ue che verrà. "Il
comportamento della Russia è una minaccia reale, le interferenze
sono numerose. Abbiamo stabilito delle norme che chiedono
maggior controllo e trasparenza alle piattaforme. Ma è
importante che i cittadini europei siano vigili, siano
consapevoli di queste interferenze e che proteggono l'unità
dell'Ue", è l'avvertimento lanciato a meno di un mese dal voto.
Un messaggio che, molto probabilmente, von der Leyen
reitererà a Roma. Il programma della sua missione in Italia è
ancora da definire. Domenica sera sarà ospite di Fabio Fazio a
Che tempo che fa. Lunedì sarà con il vice premier Antonio Tajani
ad un evento co-organizzato dal Ppe e da Forza Italia. Con la
premier Giorgia Meloni nessun incontro ufficiale previsto, visto
che von der Leyen arriverà a Roma nelle vesti di candidata del
Ppe. Sul sostegno di Meloni, tuttavia, i vertici del Ppe si
mostrano di giorno in giorno più ottimisti. La loro convinzione,
nonostante le sortite di Emmanuel Macron e l'ombra di Mario
Draghi, è che al Consiglio europeo il supporto ad un von der
Leyen-bis sia a portata di mano. Il pericolo è nel Pe, e persino
all'interno del Ppe che l'ha tutt'altro che incoronata
Spitzenkandidat. Anche per questo a dare una mano a von der
Leyen potrebbe essere la carica dei debuttanti. "Gli eletti per
la prima volta potrebbero rappresentare il 40%", è la previsione
dello staff del Ppe.
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