(di Pietro Guastamacchia)
Il tentato omicidio del primo
ministro slovacco Robert Fico ha scosso profondamente la già
tesa campagna elettorale per le europee in Slovacchia. L'agguato
ha messo in luce le profonde divisioni politiche e sociali nel
Paese, accentuate ulteriormente da una campagna elettorale
carica di accuse e minacce. Per calmare la situazione sia il
partito di opposizione Slovacchia Progressista (PS) sia il
presidente Peter Pellegrini, esponente della coalizione di
governo, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta invitando
alla calma e chiedendo ai leader di tutte le forze politiche di
concordare i prossimi passi.
Tuttavia, l'appello potrebbe non bastare. Dal partito di
governo i toni restano accesi e i fedelissimi di Fico accusano
non solo l'opposizione, ma anche le istituzioni europee di aver
orchestrato una campagna d'odio contro Fico, definendolo
"illiberale" e "amico di Putin", come sottolineato in un post
social dall'eurodeputata di Smer, Monika Beňová. La vicinanza a
Mosca del premier slovacco è stata infatti uno dei temi
principali delle opposizioni, dopo che Fico vinse le elezioni
parlamentari dello scorso anno con una piattaforma
anti-americana, promettendo di porre fine agli aiuti militari
della Slovacchia all'Ucraina.
A Praga è invece al potere il conservatore moderato Fiala,
membro della famiglia europea Ecr guidata da Giorgia Meloni, e
sostenitore della linea anti-Russia in Ue assieme a Varsavia.
Nella Repubblica Ceca la campagna elettorale è dominata dalla
retorica anti-immigrazione del partito di estrema destra Libertà
e Democrazia (SPD) e del movimento guidato dall'ex premier
Andrej Babis, oggi dato oltre il 33% dei consensi. Figura chiave
è anche Tomio Okamura, leader dell'SPD, dato al 10%, che ha
impostato la sua campagna sul pericolo dell'islamizzazione
dell'Europa. Dal governo di Fiala e dal presidente Pavel, ex
generale Nato, arriva invece un forte allarme sulle ingerenze
russe. Praga è infatti in prima linea nella lotta contro i bot
russi e i suoi servizi segreti hanno guidato le indagini sul
recente scandalo di ingerenze del Cremlino sull'Eurocamera,
culminato con la chiusura del portale Voice of Europe.
Le imminenti elezioni europee, che assegneranno 21 seggi alla
Repubblica Ceca e 15 alla Slovacchia, saranno un test cruciale
per la stabilità politica di entrambi i Paesi, ma rischiano di
essere segnate da un'astensione tra le più alte d'Europa. Nel
2019, infatti, l'affluenza al voto nelle europee è stata sotto
il 30% in entrambi i Paesi, e i sondaggi suggeriscono che anche
questa volta il dato potrebbe attestarsi su una cifra simile,
oltre 20 punti inferiore alla media Ue.
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