(di Michele Esposito)
Nazionalisti, sovranisti, di
certo populisti. A volte perfino indipendentisti. La galassia
delle destre europee è ampia, variegata, e difficilmente
inquadrabile in un solo gruppo parlamentare. Finora, non a caso,
nell'emiciclo di Strasburgo i movimenti della destra e
dell'estrema destra si dividevano in due gruppi, i Conservatori
e Riformisti e Identità e Democrazia. Nel primo a farla da
padrone erano i polacchi del Pis e Fratelli d'Italia. Erano,
perché dal 10 giugno è probabile che, seggi alla mano, gli
equilibri vertano a favore dei secondi. In ID c'era una sorta di
triarchia, fatta dal Rassemblement National, dai tedeschi di AfD
e dalla Lega. Lo strappo di Marine Le Pen ha di fatto già
estromesso i tedeschi, con i lepenisti che, stando agli ultimi
sondaggi, potrebbero essere in assoluto il primo partito
dell'Eurocamera.
Da tempo, nei corridoi del Pe, si guarda con interesse alle
mosse di Le Pen e del suo braccio destro Jordan Bardella.
Entrambi hanno smussato i toni anti-Ue sul dossier Ucraina e non
solo, senza comunque abbandonare la matrice populista. Il gruppo
Id, nella legislatura giunta al tramonto, contava su 59 seggi.
Il Rassemblement National ne esprimeva 19. Dopo le Europee la
sua ambizione è arrivare a 29 seggi. Di certo più della Lega,
che al momento ha 22 eurodeputati frutto di un risultato, quello
del 2019, non più equiparabile. Il tesoretto di AfD non è
marginale: i tedeschi contano su nove deputati, che potrebbero
aumentare, visto che il partito, stando alle ultime rilevazioni,
in Germania si contende il secondo posto con l'Spd dietro la
Cdu. I belgi-fiamminghi, fieramente indipendentisti, di Vlaams
Belang hanno la presidenza del partito Id e sono anche loro dati
in netta ascesa. Le Europee potrebbero sorridere ad un'altra
delegazione del gruppo Id, gli austriaci dell'Fpo. I
nazionalisti estoni, cechi e danesi completano il quadro. Con un
appendice: nel futuro Pe entrerà a testa alta anche il Pvv di
Geert Wilders, fresco di vittoria alle politiche in Olanda.
Secondo i sondaggi paneuropei il terzo posto per numero di
seggi al Pe, dopo il Ppe e i Socialisti, sarà una partita fra
Ecr e Id. La fatwa su AfD cambia tuttavia gli equilibri, con Le
Pen da un lato e Giorgia Meloni a giocare il ruolo di kingmaker.
FdI dovrà stare attenta anche al clima all'interno del suo
gruppo, Ecr. Con il Pis di Mateusz Morawiecki uscito sconfitto
dalle ultime elezioni in Polonia, i rapporti sono meno sereni di
un tempo. I cechi capitanati dal premier Petr Fiala da tempo
hanno smussato i toni in chiave pro-Ucraina e pro-Nato. Bulgari,
croati, lettoni e lituani arricchiscono un gruppo che finora
contava su 68 eurodeputati. In netta ascesa sono le due
formazioni scandinave: gli Svedesi Democratici, che sostengono
il governo conservatore di Ulf Kristensson, e i Veri Finlandesi,
che sono parte del governo di destra-centro di Peter Orpo. Nel
gruppo ci sono anche i fiamminghi dell'N-Va, dati in uscita per
il trend troppo centralista dei loro colleghi di gruppo. Da
poche settimane ha fatto il suo ingresso in Ecr Reconquete!, la
creatura di Eric Zemmour e Marion Le Pen. Porte girevoli, nella
galassia delle destre, che sono destinate a non chiudersi.
Viktor Orban e la sua Fidesz da tempo suonano al citofono di
Ecr: rispondere, per Meloni, significherebbe troncare ogni
chance di dialogo con il Ppe.
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