Anche la seconda parte del maxi-riesame delle indagini preliminari nell'ambito del cosiddetto Qatargate si svolgerà a porte chiuse. Lo ha stabilito la Corte d'appello del tribunale di Bruxelles, rigettando la richiesta di udienze pubbliche avanzata dagli indagati. A opporsi all'istanza è stato anche il Parlamento europeo, coinvolto nel procedimento penale come parte civile.
A un anno e mezzo dallo scoppio del presunto scandalo di corruzione che il 9 dicembre del 2022 travolse l'Eurocamera, l'inchiesta sul giro illecito di denaro orchestrato dall'ex eurodeputato pentito Pier Antonio Panzeri prosegue a rilento. L'operato stesso della giustizia belga è finito - dal 19 settembre scorso - al centro di un maxi-riesame che si dipana lungo tre direttrici: il ruolo svolto dai servizi segreti belgi e internazionali, la presunta violazione dell'immunità parlamentare ai danni dell'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, e degli altri due eurodeputati indagati, Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, e la controversa condotta dell'ex giudice Michel Claise, costretto nel giugno scorso a fare un passo indietro per sospetto conflitto d'interessi all'emergere di un sodalizio commerciale tra suo figlio e quello dell'europarlamentare Maria Arena, sin dall'inizio citata nel fascicolo ma interrogata soltanto nel febbraio di quest'anno.
La prossima udienza è prevista il 18 giugno al Palais de Justice di Bruxelles. La Corte d'appello dovrà poi stabilirà un nuovo calendario di dibattimenti orali che potrebbero svolgersi a settembre. Al termine del riesame, la giustizia belga sarà chiamata a esprimersi sulla regolarità dei metodi adottati dagli inquirenti. Un verdetto che aprirà la strada alla conclusione delle indagini: con rinvii a giudizio o l'archiviazione.
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