BRUXELLES, 24 MAG - I ministri degli Esteri dell'Ue nel corso del Consiglio di lunedì affronteranno anche il tema del processo di pace in Ucraina nel quadro della conferenza in Svizzera. "Al momento circa 70 delegazioni hanno confermato la loro presenza a un alto livello. Ma non sappiamo ancora cosa intenda fare la Cina", ha detto un funzionario Ue. L'idea è che il vertice stabilisca il quadro della futura pace, che deve basarsi sul rispetto del diritto internazionale e dell'integrità territoriale ucraina. "Ci saranno dei focus sulla sicurezza nucleare e su quella alimentare, ma non sappiamo ancora se ci sarà un documento finale", ha precisato la fonte.
"È chiaro che a un certo punto si dovrà includere la Russia nel processo di pace, ma quello che non possiamo accettare è avere prima un cessate il fuoco e poi parlare, non è giusto, perché l'Ucraina è stata devastata da questa guerra e viene bombardata tutti i giorni". In riferimento alla possibilità che Vladimir Putin voglia una tregua, il funzionario ha risposto: "Può fermare il conflitto quando vuole, la sua credibilità è quella che è".
Negli ultimi giorni, nel Baltico, la Russia ha compiuto delle "provocazioni" al fine di "testare l'Europa e vedere la nostra reazione, la nostra volontà", prosegue il funzionario. "Al centro del lavoro ci saranno gli aiuti militari da dare a Kiev", prosegue la fonte. "Crediamo l'Ucraina abbia la volontà di continuare a combattere e noi abbiamo il dovere di aiutarla: non mi aspetto che la situazione cambi radicalmente nei prossimi mesi sul campo di battaglia", ha aggiunto. L'addestramento dei militari ucraini in Ucraina da parte dell'Ue "non è sul tavolo".
La legge sulle ong approvata dalla Georgia è "un grande problema" perché "è in contrasto con il percorso d'ingresso del Paese nell'Ue", motivo per il quale la fonte ha detto che la questione verrà discussa dai ministri. "L'idea è ascoltare le posizioni sul punto dei 27 e capire i nostri prossimi passi. Gli Usa ad esempio hanno sanzionato alcuni politici georgiani. Ora serve discutere quali misure può adottare l'Ue: il prossimo passo è prendere misure ma prima dobbiamo capire le posizioni dei Paesi e poi l'alto rappresentante presenterà diverse opzioni", spiega sottolineando che la reazione non deve comunque essere vista il logica "punitiva" ma nel quadro del processo d'integrazione nell'Ue.
L'Ue ha ricevuto richieste da diversi Paesi, incluso Israele, per riattivare la missione Eubam Rafah - European Union Border Assistance Mission for the Rafah Crossing Point - e al momento ha "persone sul campo" per capire come si può fare ma siamo in "una fase preliminare", conclude il funzionario, precisando che, a ogni modo, la missione non sarà riattivata nel corso della guerra.
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