(di Michele Esposito)
A quattro giorni dal voto il
Parlamento europeo che verrà è tutt'altro che definito. C'è una
corposa pattuglia, che le infografiche dell'Eurocamera
definiscono "altri", composta da delegazioni di partiti che,
cinque anni fa, neanche esistevano. Sono 46 eurodeputati, al
momento, ai quali vanno aggiunti i 45 Non iscritti, che fanno
parte di liste nazionali che nella scorsa legislatura esistevano
ma che non facevano parte di alcun gruppo. E' su questo bacino
che i Conservatori e Riformisti e il gruppo identità e
Democrazia stanno puntando per rafforzarsi. Con un sogno:
scalzare Renew come terzo gruppo più numeroso dell'Eurocamera.
La forza sta nei numeri. E questo assioma vale soprattutto
tra le mura di un Parlamento. Prima di lavorare davvero al
gruppo unico, se mai ci sarà, Ecr e Id viaggiano su binari
paralleli, in una sorta di corsa a chi avrà più seggi. I leader
sovranisti, ieri a Bruxelles, ne hanno parlato nel vertice che
ha visto al tavolo, tra gli altri, Matteo Salvini e Marine Le
Pen. Si è parlato di nuovi ingressi, del posizionamento di
Viktor Orban, di fare "pressione" proprio su Ecr. Il gruppo è
dominato dai 30 eurodeputati del Rassemblement National, che
hanno controbilanciato la debacle della Lega. L'esclusione di
Afd, tuttavia, ha tolto a Id 16 eurodeputati. I leader
sovranisti hanno concordato che, un eventuale rientro dei
tedeschi, sarà valutato solo dopo le elezioni in Francia. Certo,
con l'ultradestra teutonica Id balzerebbe da 58 a 72 seggi, ai
quali potrebbero aggiungersi altri neo-eletti: si va dai due
iscritti ai nazionalisti romeni di Sos ai sei dei polacchi di
Konfederacja.
Ecr, guidato da Fdi e Giorgia Meloni, è già passato
all'incasso. Ieri il gruppo ha accolto 4 nuovi eurodeputati, da
Croazia, Lussemburgo, Cipro e Finlandia (in quest'ultimo caso il
Partito dei finlandesi era già nella famiglia di Ecr ma non
aveva eletti). Presto si unirà anche un eletto della lettone
Lista Unita. Il gruppo, al momento è salito a 76 membri, tre in
meno di Renew. I prossimi giorni diranno se, nei Conservatori,
entrerà o meno Fidesz, il partito di Orban. Al momento le
possibilità sembrano ridotte al lumicino: il gruppo sulla
coabitazione con gli ungheresi è diviso, la delegazione ceca ad
esempio ha già minacciato che, nel caso, busserà le porte del
Ppe. E poi c'è da definire la mission politica del gruppo di
Meloni, critico nei confronti delle politiche europee ma su
posizioni meno estremiste di Id. Il voto in Plenaria per la
presidenza dell'Eurocamera e per il probabile bis di Ursula von
der Leyen farà chiarezza. Con il rischio, tuttavia, che il
gruppo si divida sul voto. Gli spagnoli di Vox e i polacchi del
Pis hanno anticipato che Ursula non la voteranno.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA