BRUXELLES - "L'Italia non potrà condividere le previsioni della proposta di regolamento Ue che implichino direttamente o indirettamente forme di automatico riconoscimento di atti o decisioni emessi da altri Stati, anche membri dell'Unione, che accertino la genitorialità" con maternità surrogata. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, intervenendo al Consiglio Ue Giustizia a Lussemburgo al dibattito sul tema. Nordio ha ricordato che le "sezioni unite della Corte di Cassazione sui genitori che siano privi di legame biologico con i nati" usano il termine "committenti".
Il fatto che l'Italia non potrà accettare un riconoscimento automatico di genitorialità da surrogazione, ha spiegato Nordio, "riguarda indistintamente ogni forma di gestazione per conto di altri, senza possibilità di distinzione a seconda che si tratti di surrogazione con sfruttamento o volontaria, oppure no". Rispetto al dibattito a livello europeo "esprimo l'apprezzamento verso la soluzione individuata nel gruppo di lavoro per affrontare la tematica" con "il riferimento all'eccezione di ordine pubblico, che sia applicabile come limite all'applicazione della legge straniera ai fini dell'accertamento del rapporto genitoriale", ha sottolineato.
"Auspichiamo che nella prosecuzione dei lavori sia presentata una scrupolosa attenzione a questi principi", ha detto ancora. "L'Italia condivide le finalità della proposta volta a rafforzare la tutela dei diritti fondamentali dei figli in situazioni transfrontaliere", ha spiegato Nordio prendendo la parola durante il Consiglio Giustizia.
Tuttavia il Parlamento e il Governo italiano sono contrari al ricorso a ogni forma di surrogazione di maternità, perché viene considerata come una pratica veramente lesiva della dignità delle donne e dei figli, "a prescindere dalle modalità onerose o solidaristiche con cui essa avvenga". "La realizzazione organizzazione e pubblicizzazione della surrogazione di maternità costituisce peraltro nel nostro ordinamento un reato punito con la reclusione fino a tre anni e il Parlamento italiano è in procinto di applicare una di approvare una legge che estenda la punibilità della predetta condotta anche dove i cittadini italiani la pratichino fuori dei confini nazionali, anche nell'ipotesi in cui nello stato in cui viene realizzata fosse considerata lecita".
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