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>ANSA-FOCUS/5S pronti alla sinistra Ue, ma gruppo vuole garanzie

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Meloni risponde alla mossa di Orban, il Pis resta nell'Ecr

BRUXELLES, 03 luglio 2024, 20:18

Redazione ANSA

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(di Michele Esposito) I nomadi dell'Eurocamera, finalmente, potrebbero trovare una casa. Il Movimento 5 Stelle si prepara a fare ingresso nel gruppo delle Sinistra europea (The Left) certificando la sua svolta progressista ma, soprattutto, una rinnovata volontà di Giuseppe Conte di costruire un campo largo con Elly Schlein e il Pd. Nel gruppo al Pe, infatti, dopo le Europee già ha fatto ingresso Sinistra Italiana, rappresentata da Ilaria Salis e Mimmo Lucano. Ma per Nicola Fratoianni la coabitazione con M5S potrebbe essere percorribile. Resta, invero, qualche perplessità all'interno di The Left, che nelle prossime ore comunicherà la sua decisione.
    "Le nostre porte sono aperte ma ci sono delle condizioni", ha sottolineato la co-presidente del gruppo Manon Aubry.
    La questione principale, ha aggiunto l'eurodeputata francese, è se il M5S "si senta parte davvero della storia della famiglia". In poche parole, in The Left, storicamente dominata dai franco-tedeschi, vogliono vederci chiaro. Sulla guerra in Ucraina, sulla difesa dei diritti fondamentali e Lgbtq, sulla necessità di una Europa sociale le posizioni del M5S e delle sinistre europee di fatto coincidono. Tuttavia, come era accaduto anche per i Verdi, è il passato del Movimento a destare qualche perplessità. Basti ricordare i decreti sicurezza varati dal M5S quando era al governo con la Lega o i diversi post del Blog delle Stelle che, sul tema della migrazione, strizzavano l'occhio a politiche securitarie. Se si guarda alla storia del Movimento in Europa si potrebbe addirittura risalire a un referendum indetto dal blog allora di Beppe Grillo sulla collocazione del M5S al Pe: la scelta era tra Ecr e il gruppo Efd di Nigel Farage. Era il 2014 e la Rete scelse il britannico oggi in corsa a destra dei Tories.
    Certo, il M5S targato Conte è lontano anni di luce da quello delle origini. E, forse, anche da quello che ancora oggi ha Grillo in mente. E' un Movimento che, galvanizzato dal Front Populaire d'Oltralpe e dopo la sconfitta delle Europee, si sta avvicinando al Pd. "Spetta alla sinistra dare una risposta all'estrema destra, come sta accadendo in Francia", ha spiegato Aubry. La chiamata alle armi da transalpina è destinata a diventare europea. Ma ciò non porterà The Left in maggioranza.
    "Non voteremo Ursula von der Leyen. E' chiaro che milioni di cittadini sono stufi di questi accordi clandestini", ha sottolineato Aubry.
    Parole, quelle dell'esponente di France Insoumise, che sono piuttosto simili a quelle usate da Giorgia Meloni dopo il Consiglio europeo sui top jobs. L'indicazione di voto, in Ecr, non arriverà tuttavia prima della Plenaria. Nel frattempo Meloni può incassare la costituzione del gruppo e il mantenimento della terza posizione al Pe, con 84 seggi. I polacchi del Pis, dopo i giorni delle tentazioni orbaniane, hanno scelto di restare.
    Co-presidenti del gruppo saranno Nicola Procaccini e Joachim Brudzinski. Per i Patrioti, invece, il D-Day è lunedì 8 luglio.
    Sarà allora che Viktor Orban, Matteo Salvini e, soprattutto, Marine Le Pen decideranno se far partire o no la confluenza tra i Visegrad e il già esistente gruppo di Identità e Democrazia.
    La coabitazione con il Pis, tuttavia, non avvicina Meloni al dialogo con la maggioranza. Il leader del Ppe, Manfred Weber, in un'intervista a La Stampa ha sottolineato che l'Italia "va rispettata" ma anche spiegato che i Conservatori hanno "due facce". E la meno gradita, per i Popolari, è quella di Mateusz Morawiecki. La settimana prossima toccherà a von der Leyen sedersi al tavolo con i gruppi o le delegazioni per la caccia ai voti per il bis. E non è detto che sia lei a dare le carte.
   
   

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