L'Ue non è riuscita a ridurre in
modo significativo gli errori che persistono nella spesa per la
politica di coesione, lo strumento principale a disposizione del
27 Paesi membri per ridurre le disparità economiche e sociali
all'interno dell'Unione. Questa la conclusione dell'analisi
condotta della Corte dei conti europea sui controlli, definiti
"ancora lacunosi a tutti i livelli", effettuati della
Commissione europea e degli Stati membri sull'utilizzo dei fondi
strutturali.
Per la magistratura contabile europea, l'esecutivo Ue non
solo ha sottostimato il livello totale di spese irregolari, ma
ha anche utilizzato in misura insufficiente gli strumenti
disponibili per indurre agli Stati membri a migliorare la
gestione della spesa ed i relativi controlli.
La politica di coesione, si ricorda nel documento pubblicato
oggi, costituisce un importante settore di spesa - circa 392
miliardi di euro, oltre un terzo del bilancio Ue - e negli anni
è stato anche quello che ha fatto registrare il maggior numero
di sbagli. Il livello di errore stimato non misura frodi,
inefficienze o sprechi, ma è una stima delle risorse finanziarie
che non sono state utilizzate nel rispetto delle norme nazionali
e dell'Ue.
"La Commissione e gli Stati membri lavorano insieme affinché
la politica di coesione dell'Ue produca benefici per i
cittadini, ma devono compiere maggiori sforzi per far sì che la
spesa avvenga nel rispetto della normativa", ha osservato Helga
Berger, responsabile dell'analisi condotta dalla Corte. "Quando
si parla di controlli, vi sono molti giocatori in campo, ma i
risultati semplicemente non si vedono".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA