(di Pietro Guastamacchia)
"Il centro può reggere e io
posso essere il cuore di una maggioranza europeista". La nuova
sfida di Roberta Metsola prende il via con la forza dei numeri.
La presidente del Parlamento europeo è entrata nel Guinness dei
primati della storia europea. E' stata infatti riconfermata alla
guida dell'emiciclo di Strasburgo con 562 voti su 699 votanti.
Il 90,2% delle schede valide sono andate all'esponente maltese
del Ppe. Nessuno, prima di lei, aveva incassato risultati
simili. Il solo ad avvicinarsi, con 555 voti, è stato Jerzi
Buzek nel 2009.
La capacità di creare larghe intese d'altronde è stata finora
il biglietto da visita di Metsola. "Oggi sono posizionata al
cuore di una maggioranza europeista e costruttiva. Sono
orgogliosa di essere una presidente che ha sempre lavorato sulle
alleanze e creato ponti e continuerò a farlo", ha spiegato la
presidente a un'Aula in cui tra soli due giorni verranno
nuovamente testate le larghe intese con il ben più difficile
voto su Ursula von der Leyen. La conferma di Metsola è stata
celebrata con un lunghissimo applauso, interrotto dalle prime
parole della presidente: "Sarà un Parlamento per tutti in
Europa. Sono convinta che la nostra sia un'Europa per tutti, che
saprà trarre insegnamenti dalle lezioni del passato e da ideali
che non sono scomparsi".
Quasi tutte le delegazioni italiane - ad eccezione, almeno
nella posizione ufficiale, del M5s e della Sinistra - hanno
votato Metsola e c'è stata tanta Italia nel discorso di
candidatura, che si è aperto con una citazione, in italiano, di
uno dei padri fondatori dell'Ue, Alcide De Gasperi: "L'Europa è
una delle costanti della storia". Metsola ha ricordato anche i
sacrifici di Falcone e Borsellino, che "sarebbero orgogliosi
dell'Europa di oggi" e, nel suo discorso, ha dato spazio alla
lotta per l'uguaglianza di genere e alla battaglia contro il
femminicidio, menzionando Giulia Cecchettin "che a causa della
violenza non vedrà mai questa nuova Europa". Metsola è stata la
prima leader dell'Ue a raggiungere Kiev, mentre era sotto le
bombe russe. E non poteva mancare, nel suo primo discorso della
decima legislatura, una menzione al supporto all'Ucraina.
Messaggio che è non passato inosservato: a pochi minuti dalla
sua elezione è arriva la reazione del presidente ucraino
Volodymyr Zelensky: "Felice di continuare la stretta
collaborazione con Metsola per ripristinare quanto prima una
pace giusta".
Più laboriosa è stata la composizione delle 14 vicepresidenze
dell'Eurocamera. Ci sono voluti due scrutini per completare la
squadra, nella quale entrano le italiane Pina Picierno e
Antonella Sberna. La novità politica principale, tuttavia, è che
nonostante le aperture di una parte dei Patrioti a Metsola, il
cordone sanitario verso l'ultradestra europea non è venuto a
mancare. I tre candidati sovranisti, Fabrice Leggeri e Klara
Dostalova per gli orbaniani, Ewa Zajaczkowska-Hernik per
l'Europa delle Nazioni Sovrane, non sono passati. "Uno sfregio
alla democrazia e agli elettori", ha tuonato la Lega. Tutti gli
altri gruppi, invece, hanno avuto un loro rappresentante. I più
eletti sono stati gli esponenti del Ppe, Sabine Verheyen, Ewa
Kopacz e Esteban Gonalez Pons. I socialisti hanno incassato il
sì a Katarina Barley e Pina Picierno (quarta e quinta per numero
di voti), oltre a Viktor Negrescu, Christel Schaldemose e Javi
Lopez. Renew come vice di Metsola esprimerà Martin Hojsik e
Sophie Wilmes. Eletti anche Nicolae Stefanuta dei Verdi e
Younous Omarjee. Il gruppo con più vicepresidenti è quello dei
Socialisti. Germania, Italia, Spagna e Romania hanno incassato
due vicepresidenze a testa.
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