(di Pietro Guastamacchia)
A Strasburgo tutto riparte da
Kiev e la nuova legislatura Ue dedica il suo primo voto al
rinnovo del sostegno europeo all'Ucraina e alla condanna del
recente viaggio a Mosca del primo ministro ungherese Viktor
Orban, ma maggioranza e opposizioni italiane si spaccano.
A favore del testo, che chiede agli Stati membri di aumentare
il loro sostegno militare a Kiev "per tutto il tempo necessario
e in qualsiasi forma necessaria", si schiera tutta la
delegazione di Forza Italia e tutto il Partito Democratico, con
l'eccezione di Cecilia Strada e Marco Tarquinio. Il testo
incassa il sostegno anche di Fratelli d'Italia, che però si
distingue dalle altre delegazioni votando contro tutti gli
emendamenti di condanna alla condotta del premier magiaro.
Contrari alla linea di sostegno a oltranza della causa ucraina
gli eurodeputati della Lega - tra cui il generale Roberto
Vannacci - che definiscono il testo un "attacco politico
strumentale". Il fronte dei no, oltre ai sovranisti della Lega,
spazia fino agli eurodeputati del Movimento 5 Stelle, la
sinistra di Ilaria Salis e Mimmo Lucano, e i tre eurodeputati
italiani dei Verdi: Cristina Guarda, Leoluca Orlando e Benedetti
Scuderi. Un voto in controtendenza con la loro famiglia
politica: il gruppo dei Verdi Ue vota infatti largamente a
favore della risoluzione, lasciando isolata la delegazione
italiana, priva in aula del capodelegazione Ignazio Marino.
Scintille anche in casa Pd. Con le eccezioni delle astensioni
di Pina Picierno ed Elisabetta Gualmini, il Pd sceglie di non
sostenere una parte del testo che permette l'uso di armi
occidentali sul territorio russo "per rivendicare con forza il
ruolo storico, politico e diplomatico dell'Europa". Ma il blitz
della pattuglia dem non basta: la formulazione incassa infatti
il sostegno di tutto il gruppo socialista, liberale e popolare e
rimane nel testo finale che gli eurodeputati del Partito
democratico scelgono comunque di sostenere.
Nonostante la posizione comune sulla questione ucraina, la
prima sessione di voto a Strasburgo è anche l'occasione per il
primo scontro tra la nuova formazione dei Patrioti per l'Europa
e l'attivista italiana Ilaria Salis. "C'è una deputata che
picchia le persone con un martello. La violenza viene dalla
sinistra, e chiederei che venga fatta luce su questa persona per
evitare che in quest'aula siano portate armi", dichiara poco
prima del voto l'eurodeputato austriaco dei Patrioti, Georg
Mayer. Parole che innescano subito uno scontro con il gruppo The
Left: "L'estrema destra ha già mostrato il suo vero volto, Salis
ha difeso i diritti fondamentali ed è stata imprigionata da
Orban per questo. È un onore averla qui, e con noi combatterà il
vostro regime", replica immediatamente la capogruppo delle
sinistre, la francese Manon Aubry.
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