(di Mattia Bernardo Bagnoli)
L'Unione Europea "geopolitica" -
cavallo di battaglia di Ursula von der Leyen già nella scorsa
legislatura - si rafforza e riparte dalla difesa. Nel suo
discorso programmatico la presidente della Commissione ha
promesso l'arrivo di un Commissario apposito, che lavorerà in
tandem con l'alto rappresentante, in linea con i Trattati,
nonché una lista di grandi progetti "d'interesse comunitario", a
partire da uno scudo missilistico blustellato. "Non solo per
proteggere il nostro spazio aereo ma anche come forte simbolo
della nostra unità in materia di difesa", ha dichiarato von der
Leyen.
Ecco, per la verità qualcosa di simile esiste già. E' lo
European Sky Shield Initiative (o E.S.S.I) a trazione tedesca,
che già coinvolge 21 Paesi europei, sia membri dell'Ue che
esterni (come Regno Unito o Turchia). Però due pesi massimi -
Francia e Italia - sinora se ne sono tenuti fuori, poiché il
sistema Samp-T non ha trovato spazio nel mix. Lo scudo europeo
di von der Leyen proverà a sanare la frattura? Molto si sta
d'altra parte già muovendo sotto traccia. Il programma della
presidente è molto ambizioso e prevede la costruzione di
un'Unione della Difesa che stabilisca una sorta di mercato unico
degli armamenti, sinora mai nato a causa delle gelosie nazionali
e della bassa propensione a collaborare. La questione più
spinosa - come finanziare gli enormi investimenti necessari per
rafforzare il comparto industriale bellico europeo - non è stata
però chiarita.
Il campo, come spesso accade, è diviso lungo le ben note
linee di demarcazione frugali-cicale. "Per inquadrare il nuovo
approccio e identificare le nostre esigenze d'investimento -
promette von der Leyen - nei primi 100 giorni del mandato
presenteremo congiuntamente un Libro Bianco sul futuro della
difesa europea". Mentre l'aspetto squisitamente militare sarà
sempre responsabilità degli Stati membri (e della Nato), l'Ue ha
competenze chiave sulla parte industriale ed è qui che può fare
la differenza: il lavoro, con Edis/Edip, ovvero la nuova
strategia Ue sulla sicurezza e la difesa, è già iniziato.
Ma l'Europa geopolitica è molto altro ancora. Passa
attraverso il nascituro Patto per il Mediterraneo, con un
Commissario dedicato, o lo Scudo Europeo a protezione della
democrazia, contro le interferenze estere e la disinformazione;
passa per l'allargamento, definito un processo "geostrategico";
e passa attraverso il rafforzamento delle partnership, ad
esempio con il Regno Unito e con l'India (viene proposta
un'Agenda strategica con Nuova Delhi), con l'Africa e l'America
latina. Non solo. Pure il commercio viene rivisto attraverso il
prisma del contesto attuale di "rivalità internazionali". Dunque
avanti con la "sicurezza economica" e l'attenzione verso settori
critici ad alto potenziale (le terre rare, il 'dual-use').
"Dobbiamo essere più risoluti nel proteggere la nostra economia
dalla fuga di notizie sulle tecnologie chiave e dai problemi di
sicurezza", chiosa von der Leyen.
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