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>>>ANSA/ Roma perde una presidenza al Pe. Rabbia dei sovranisti

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Ma Fi rivendica: 'Guadagnate due posizioni'. Decaro all'Ambiente

BRUXELLES, 23 luglio 2024, 20:46

Redazione ANSA

ANSACheck

(di Michele Esposito) La Germania domina, i Popolari sono in netta maggioranza, l'Italia si ritrova senza una presidenza. La spigolosa partita della composizione delle commissioni dell'Europarlamento si conclude con una coda di veleni e con la sensazione che, da qui in avanti, trovare una maggioranza stabile in Ue non sarà semplice. La tornata di nomine si conclude però anche con una certezza: il cordone sanitario nei confronti dei Patrioti ha retto. Innescando la piccata reazione della stessa presidenza di turno ungherese: "Questa è oligarchia", ha tuonato il ministro per gli Affari Ue di Budapest, Janos Boka.
    L'Italia esprimerà un presidente di commissione: è il dem Antonio Decaro, che guiderà l'Ambiente. All'ex sindaco di Bari si aggiunge il capodelegazione del M5s, Pasquale Tridico, eletto alla guida della sottocommissione per le questione Fiscali. La casella mancante da presidente è invece dovuta alla perdita, da parte di Fi, della presidenza degli Affari Costituzionali. Ma nelle file azzurre viene negato qualsiasi legame con il voto contrario di Fdi a Ursula von der Leyen. "E' stato il segretario Antonio Tajani ad indicare le priorità del partito per questa legislatura, tenendo ovviamente conto del metodo d'Hondt" che vige al Pe per la distribuzione della cariche, sottolineano fonti di Fi. Nell'ottica del partito guidato dal ministro degli Esteri, quindi, non c'è stato alcun downgrade. Forza Italia esprime il vicepresidente del gruppo del Ppe, Massimiliano Salini, la prima vicepresidenza della commissione Controllo del Bilancio, con Caterina Chinnici, e la presidenza di due delegazioni parlamentari: quella Ue-Nato, in dirittura d'arrivo per Salvatore De Meo, e quella sull'Asia Centrale, che sarà guidata da Giusi Princi. Per ufficializzare queste due cariche si dovrà però attendere la Plenaria di settembre.
    Eppure c'è chi la vede in modo diverso rispetto agli azzurri.
    "Sulle nomine la situazione per la maggioranza è devastante", ha sottolineato l'eurodeputato Pd Brando Benifei. Mentre Nicola Zingaretti, fresco di nomina a capodelegazione del Pd all'Eurocamera (con Alessandra Moretti come vice), ha osservato: nella posizione di Giorgia Meloni "ho la netta sensazione che ci sia stato il prevalere di un interesse di partito rispetto a un interesse nazionale dell'Italia, ma da italiano mi auguro che questo non venga pagato dal nostro Paese in termini anche di autorevolezza sulle scelte che farà von der Leyen".
    Furiosa, invece, è stata la reazione degli eurodeputati sovranisti. In commissione Affari Esteri, dopo che l'Aula ha respinto la candidatura dell'orbaniana Kinga Gal come vicepresidente Roberto Vannacci e i suoi colleghi Patrioti hanno lasciato la sala, gridando allo scandalo. "Il cordone sanitario non rispetta i risultati elettorali, useremo tutti i mezzi legali a disposizione per capire se è possibile adire alla Corte di Giustizia dell'Ue", hanno annunciato i Patrioti in una conferenza stampa. Hanno retto, invece, gli accordi che hanno portato Ecr ad incassare tre presidenze e, parallelamente, i Verdi ad ottenere quanto previsto nei giorni scorsi: la presidenza delle commissioni al Mercato Interno e Cultura e quella della sottocommissione ai Diritti Umani.
    Tre invece le presidenze assegnate ai Conservatori - nessuna a Fdi, che ha optato per la vicepresidenza dell'Eurocamera - che a loro volta festeggiano. "Per tredici volte le sinistre rosse e verdi hanno provato a fare secchi i nostri candidati e hanno perso", ha sottolineato Nicola Procaccini. La sensazione, comunque, resta quella di una maggioranza all'Eurocamera variabile, segnata dalla mancata ufficialità dell'ingresso dei Verdi da un lato e dalla volontà di Socialisti e Liberali di tenere il più lontano possibile Ecr. Guardando alle vicepresidenze di commissione, l'Italia ne ha prese complessivamente dodici: 6 a Fdi, 4 al Pd, una a Fi e una ai Verdi.
   

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