(di Michele Esposito)
Il primo agosto come data
simbolo nel rapporto tra l'uomo e le macchine: nell'Unione
Europea è infatti entrato in vigore l'AI Act, il primo
regolamento al mondo sull'Intelligenza Artificiale. Approvato in
via definitiva a marzo all'Eurocamera e ratificato a fine maggio
dai Ventisette il regolamento è ora formalmente applicabile. E
sarà obbligatorio per tutti. "Le norme promuoveranno lo sviluppo
di una IA di cui gli europei possono fidarsi. E fornirà sostegno
alle Pmi e alle startup europee per portare sul mercato
soluzioni di IA all'avanguardia", ha sottolineato la presidente
della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
L'obiettivo primario dell'AI Act è ridurre i rischi sociali
legati all'uso dell'Intelligenza Artificiale. Il regolamento
mette in campo una serie di obblighi a fornitori e sviluppatori
di sistemi di IA in base ai diversi livelli di rischio
identificati.
Quando questo rischio è inaccettabile, scattano i divieti: è
il caso ad esempio delle tecniche manipolative, delle pratiche
di polizia predittiva, del riconoscimento delle emozioni,
bandito dalle misure Ue, nei luoghi di lavoro e nelle scuole. E
ancora è il caso del riconoscimento facciale, il cui uso è
consentito solo alle forze dell'ordine e soggetto a condizioni
rigorose e solo in casi specifici. Gli usi ammessi includono, ad
esempio, la ricerca di una persona scomparsa o la prevenzione di
un attacco terroristico. Nel corso del complesso iter per la sua
approvazione, il set delle norme Ue è più volte cambiate.
Una delle ultime modifiche ha riguardato l'IA generativa. Nel
caso di chatbot e sistemi che interagiscono con le persone,
queste ultime devono sapere di relazionarsi con una macchina. Le
immagini, i testi e gli altri output di un'IA generativa devono
essere contrassegnati in un formato leggibile dalla macchina e
rilevabili come artificiali, così come occorre indicare che i
deep fake sono stati creati da un'IA.
Quello entrato in vigore il primo agosto non è solo un
regolamento 'difensivo': promuove lo sviluppo dell'Ia,
strizzando l'occhio alle start-up. I Paesi dell'Ue dovranno
istituire e rendere accessibili a livello nazionale spazi di
sperimentazione normativa e meccanismi di prova in condizioni
reali (i cosiddetti sandbox), in modo che Pmi e start-up possano
sviluppare sistemi di IA innovativi e addestrarli prima di
immetterli sul mercato. Attuare l'AI Act non sarà facilissimo e
nel suo insieme sarà applicabile solo tra poco meno di due anni.
Ma alcune sue norme richiedono un'implementazione già nei
prossimi mesi. Al Parlamento Ue, a settembre, sarà formalizzato
un gruppo di monitoraggio ad hoc, che sarà presieduto dal
relatore dell'AI Act, Brando Benifei. "Insieme ai colleghi
eurodeputati che hanno con me negoziato questa legge abbiamo
avviato confronti informali con la Commissione per l'avvio di
questo processo, che vedrà già fra sei mesi la piena vigenza dei
divieti di uso nelle casistiche individuate come troppo
rischiose", ha spiegato l'eurodeputato Pd.
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