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Zeit, 'anche Navalny coinvolto in scambio ma Baerbock lo tardò'

Zeit, 'anche Navalny coinvolto in scambio ma Baerbock lo tardò'

Settimanale tedesco ripercorre due anni di contatti Usa-Germania

BRUXELLES, 02 agosto 2024, 17:24

Redazione ANSA

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Un lavoro complesso, durato due anni, che ha visto spesso il cancelliere tedesco Olaf Scholz e la sua ministra degli Esteri Annalena Baerbock su posizioni diverse. E questa divergenza avrebbe in qualche modo ritardato anche il possibile rilascio di Alexei Navalny. Il settimane Die Zeit, nella sua edizione online, ripercorre il dietro le quinte del più grande scambio di prigionieri della storia tra Usa e Mosca. Ad essere coinvolti, infatti, non sono stati solo Washington ma altre cancellerie europee, Berlino in primis. E' in Germania infatti che Vadim Krasikov, agente dei servizi russi, stava scontando l'ergastolo per aver ucciso nel parco di Tiegarten un oppositore ceceno. E, spiega la testata tedesca, è a Krasikov che Vladimir Putin puntava innanzitutto.
    Di uno scambio di prigionieri, si legge sul Die Zeit, si parlò già nel 2022, quando gli Usa contattarono i tedeschi consegnando una lista di prigionieri che Mosca avrebbe voluto liberare. Tra questi c'era Krasikov. La prima proposta di Washington, scambiare il sicario russo con la cestista - allora detenuta a Mosca - Brittney Griner o, dopo il rilascio di quest'ultima, con il giornalista Evan Gershkovich, fu respinta.
    La Germania voleva anche un segnale politico che rendesse tale scambio accettabile agli occhi dei tedeschi. I contatti tra Washington e Berlino non si interruppero, tuttavia. E spuntò l'idea di coinvolgere Navalny.
    Fu in quel periodo che, secondo Die Zeit, emerse il veto ufficioso di Baerbock, contraria sia in linea di principio a simili iniziative sia perché temeva che, una volta liberato, Navalny tornasse in Russia, come aveva fatto dopo l'avvelenamento per il quale fu curato a Berlino. Seguirono mesi di stasi. Finché fu Joe Biden a chiamare personalmente Scholz e a inoltrare la richiesta di uno scambio di un numero elevato di prigionieri, Navalny incluso. A quel punto, spiega la testata tedesca, Scholz spiegò alla ministra dei Verdi che una richiesta del presidente degli Usa non poteva essere rifiutata in nome delle relazioni tra i due Paesi. Bastava, spiegò Scholz, che ci fosse una non opposizione di Baerbosk. Anche il ministro della Giustizia, liberale, Marco Buschmann fu coinvolto e diede il suo assenso. Il 16 febbraio del 2024, tuttavia, Navalny morì in Siberia. Dopo settimane di caos, Die Zeit scrive che gli Usa ripresero il filo con Berlino. Arrivando ai contorni dello scambio che ha avuto luogo ieri. E che ha incluso Vladimir Kara-Murza, il secondo dissidente russo più famoso, anche all'estero, dopo Navalny.
   

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