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>ANSA-BOX/ Ancora 7 giorni per le candidature a Commissione Ue

>ANSA-BOX/ Ancora 7 giorni per le candidature a Commissione Ue

Su 22 nomi usciti 16 sono uomini, tramonta la parità di genere

BRUXELLES, 23 agosto 2024, 17:30

Redazione ANSA

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(di Mattia Bernardo Bagnoli) Man mano che si avvicina la scadenza fissata per presentare i candidati commissari - il 30 agosto - appare sempre più chiaro come la richiesta della presidente dell'esecutivo Ue, Ursula von der Leyen, di avere un equilibrio di genere sia destinata ad un sonoro buco nell'acqua.
    Romania e Lussemburgo (tra i ritardatari) hanno infatti appena proposto due uomini, confermando una volta di più che le capitali non hanno nessuna intenzione di offrire alla presidente un tandem fra cui scegliere.
    Il conteggio, spietato, rivela che al momento su 22 candidati ben 16 sono uomini (in tutto la Commissione sarà composta da 27 persone, inclusa von der Leyen, che occupa la casella della Germania). All'appello mancano Belgio, Bulgaria, Danimarca, Italia e Portogallo. Ma si sa, Roma dovrebbe avanzare la candidatura di Raffaele Fitto e, a quanto pare, pure la Danimarca sarebbe propensa a scegliere una figura maschile.
    Dunque il quadro non può che peggiorare. Con un paradosso. La Commissione uscente era composta quasi esattamente dal 50% di uomini e dal 50% di donne. Che sia stata la decisione di von der Leyen a chiedere il doppio nome, uomo-donna, a complicare le cose? Così facendo, infatti, sarebbe stata lei, in definitiva, a scegliere il commissario quando invece, stando ai Trattati, è il Paese che ha diritto ad esprimere la preferenza (e non si parla da nessuna parte di quote rosa).
    "Credo che questa vicenda mostri come, purtroppo, la parità di genere in politica non è stata ancora assimilata", commenta una fonte vicina alla presidente. La partita ad ogni modo non è ancora chiusa. Gli aspiranti commissari dovranno passare per il Vietnam del Parlamento e lì ci potranno essere delle sorprese, sia sul fronte delle audizioni (vengono esaminati uno per uno) sia su quello del voto finale sul prossimo collegio (approvato o bocciato). La questione è ad ogni modo squisitamente politica e resta da capire se von der Leyen voglia aprire un contenzioso con i 27 sul tema, prima ancora del calcio d'inizio. Dalla Commissione bocche cucite. "Non siamo telecronisti sportivi che devono commentare ogni azione del gioco", ha sottolineato il portavoce Eric Mamer.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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