(di Mattia B. Bagnoli e Pietro Guastamacchia)
Adesso la gran danza può
iniziare per davvero. La designazione di Raffaele Fitto - che
nei prossimi giorni incontrerà Ursula von der Leyen - e dei
candidati ancora mancanti consente alla presidente della
Commissione di mettere mano alla sua nuova squadra, tentando una
sintesi che tenga conto sia del risultato delle elezioni
(dimensione politica) sia del peso delle nazioni (componente
istituzionale).
Non sarà facile. Quasi tutti i Paesi vogliono i dicasteri
economici, molti reclamano le vicepresidenze. Lo spazio per
accontentare tutti non c'è e quindi saranno i dettagli a
separare i vincitori dagli sconfitti, nella forma delle deleghe
assegnate ad ogni commissario.
"Nessuno vuole avere incarichi privi di una direzione
generale in Commissione, è proprio la base", spiega una fonte
diplomatica. Gli ultimi rumors danno il Bilancio alla Polonia,
il Mercato Interno alla Francia (Breton 2.0), l'allargamento
alla Lituania (o forse il nuovo commissario alla Difesa), il
Clima alla Spagna (o Danimarca), la Stabilità Finanziaria
all'Irlanda. Ma le possibili assegnazioni si mischiano alle
aspirazioni dei vari Paesi, naturalmente in conflitto fra loro.
Alla Coesione mirerebbero ad esempio Italia, Grecia e Bulgaria,
dato che il solo Pnrr - in scadenza nel 2026 - per Fitto sarebbe
troppo poco. Per lui ci potrebbe quindi essere anche una
vicepresidenza esecutiva, carica che potrebbe essere assegnata
anche a Maroš Šefčovič, Valdis Dombrovskis, Thierry Breton e
Teresa Ribera.
Ma von der Leyen sta anche facendo pressioni sui Paesi più
piccoli, secondo indiscrezioni, per ridurre l'attuale squilibrio
di genere che, nonostante i suoi auspici, ora vede le donne in
netta minoranza.
Non solo. Alle vicepresidenze, se perdurerà lo squilibrio di
genere, potrebbero essere favorite proprio le donne, come sorta
di risarcimento. Von der Leyen punta a comporre il puzzle entro
l'11 settembre per sottoporre poi la lista al vaglio della
commissione affari legali dell'Eurocamera che analizzerà i
possibili conflitti di interesse. Successivamente inizieranno le
audizioni dei candidati da parte delle competenti commissioni
del Pe.
Se a Fitto andranno le deleghe al Pnrr e alla politica di
coesione, il suo esame sarà condotto dagli europarlamentari
delle commissioni commissioni Economia, Bilancio e Affari
Regionali.
Una volta che tutti i candidati supereranno senza incidenti
lo scoglio delle audizioni, l'intero collegio potrebbe essere
votato dalla plenaria di Strasburgo già nella seconda metà di
ottobre. Consentendo così all'Ue di arrivare all'appuntamento
con le presidenziali negli Usa del quattro novembre con una
Commissione già formata.
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