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>>>ANSA/Fitto si avvicina alla vicepresidenza esecutiva in Ue

>>>ANSA/Fitto si avvicina alla vicepresidenza esecutiva in Ue

Welt, prima volta per un populista. Al ministro anche il Pnrr.

BRUXELLES, 03 settembre 2024, 20:33

Redazione ANSA

ANSACheck

(di Michele Esposito) Manca l'ultima curva, ma il traguardo è lì, ben visibile: l'Italia è più che mai vicina ad ottenere una vicepresidenza esecutiva nella nuova Commissione europea. La presidente Ursula von der Leyen ha ancora una manciata di giorni per scogliere gli ultimi nodi. La sua intenzione, nonostante la complessità del lavoro di composizione del cuore del governo comunitaria, è quella di presentare la lista entro la prima metà di settembre. E, con l'avvicinarsi della deadline, la marcia di Raffaele Fitto verso una vicepresidenza esecutiva ha acquisito vigore.
    A confermarlo è stato il quotidiano tedesco die Welt, secondo il quale il kingmaker del Pnrr italiano sarà "vicepresidente esecutivo della Commissione e sarà responsabile dell'economia e degli aiuti alla ricostruzione del Covid". "Per la prima volta un esponente della destra populista al vertice della Commissione", è stata l'osservazione del die Welt. Nei palazzi brussellesi l'indiscrezione è reputata "feasible", ovvero realizzabile. Con qualche distinguo. E' molto difficile che a Fitto sia assegnata la delega agli Affari Economici, attualmente nelle mani di Paolo Gentiloni. E' ben più percorribile, invece, l'ipotesi che la delega direttamente gestita dal ministro italiano uscente riguardi i fondi del Next Generation e che, in un'ottica più generale, la vicepresidenza esecutiva - concepita come un cluster di più settori - abbracci i portafogli economici.
    Il tema della composizione della Commissione è tradizionalmente complesso e, negli anni, ha cambiato diversi fattori. Il ruolo di vicepresidente esecutivo risale alla formazione della Commissione attuale, quando l'elezione di von der Leyen arrivò dopo il clamoroso accantonamento di Frans Timmermans. A quel punto, tuttavia, per giungere a un accordo all'esponente socialista olandese fu offerto il gallone di vicepresidente esecutivo, che ha poteri maggiori di un vicepresidente semplice. A qual punto, tuttavia, furono Ppe e Renew a scendere in trincea. Alla fine le vicepresidenze esecutive furono tre - a Timmermans si aggiunsero il popolare Valdis Dombrovskis e la liberale Margrethe Vestager - al quale si affiancarono quattro vicepresidenti semplici. A completare la squadra l'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, che ha automaticamente anche il ruolo di vice. Von der Leyen, tuttavia, vorrebbe cambiare schema. Eliminando i vicepresidenti semplici e mantenendo solo una squadra ristretta di 'esecutivi'.
    L'Italia, che nella precedente legislatura non aveva alcuna vicepresidenza, è partita anche per questo in pole per avere un commissario che sia tra i vice di Ursula. La scelta di un profilo come quello di Fitto - e il pressing in Ue su Giorgia Meloni perché si concretizzasse non è stato causale - ha reso la partita sensibilmente più semplice. La spagnola Teresa Ribera (con la delega alla transizione ecologica), il lettone Dombrovskis (con delega all'allargamento e alla ricostruzione dell'Ucraina) e il francese Thierry Breton (con la gestione dell'industria e dell'autonomia strategica in primis) sono gli altri nomi che, secondo die Welt, si aggiungerebbero a Fitto. La possibilità di un quinto vicepresidente esecutivo è concreta ma qui la partita sembra più aperta. Anche perché sul tavolo di von der Leyen, resta una serie di problemi in sospeso, primo fra tutti quello della quota di donne tra i 27 commissari.
    La presidente aveva chiesto ai governi di proporle due nomi all'insegna dell'eguaglianza di genere. Solo la Bulgaria le ha dato ascolto. Di fronte ad una netta superiorità di uomini il pressing di von der Leyen è aumentato. Il Belgio, nel quale Didier Reynders nutriva speranze per una riconferma, ha optato per proporre la ministra degli Esteri Hadja Lahbib. La Romania ha cambiato candidato, passando da Viktor Negrescu a Roxana Minzatu. Malta e Slovenia hanno invece respinto la richiesta della presidente. Le donne commissario, a questo punto potrebbero essere dieci su 27, presidente inclusa. Ancora troppo poche per Ursula.
   

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