(di Valentina Brini)
L'onda nera di Alternative fuer
Deutschland non sembra arretrare e si spinge fino a lambire il
feudo della socialdemocrazia nella Germania dell'est. Il trionfo
storico messo a segno in Turingia non basta all'estrema destra
del duo formato da Tino Chrupalla e Alice Weidel, che punta a
fare il bis consolidando in Brandeburgo - domenica 22 settembre
- l'ampio consenso ottenuto anche in Sassonia. Un colpo che, se
dovesse riuscire, potrebbe rivelarsi fatale al già provato
cancelliere Olaf Scholz che, a un anno di distanza dalle
prossime elezioni federali, ha deciso di affidarsi al pugno duro
sull'immigrazione - anche a costo di attirarsi gli strali
dell'Ue - nel tentativo di portare in salvo il suo futuro
politico.
I risultati restituiti a inizio mese dal voto nei Laender
orientali sono stati, per stessa ammissione di Scholz,
"deprimenti". L'AfD "è un male" perché farà tornare "indietro la
Germania", ha attaccato il cancelliere nei giorni scorsi davanti
al Bundestag, assicurando la volontà di fare "di tutto perché
questo partito perda di nuovo rilevanza" in un Paese che aveva
giurato 'mai più' all'estrema destra. Le vie del potere per
Alternative passano invece anche da quel Brandeburgo cresciuto
sotto la bandiera della Ddr, imparando la lingua e la cultura
russa. Anche lì, i richiami di nazionalismo propagandati dal
controverso candidato di punta Hans-Christoph Berndt -
interprete delle istanze più radicali del partito e finito in
passato al centro delle polemiche per teorie cospirazioniste e
narrazioni antisemite - potrebbero fare breccia tra i più
giovani.
I sondaggi dipingono uno scenario che non è più una sorpresa:
l'AfD potrebbe sfondare la soglia del 25%, aggiudicandosi il
testa a testa con l'Spd e lasciandosi alle spalle, quasi
doppiato, il centrodestra della Cdu, proiettata a un magro 15%.
A registrare un buon risultato potrebbe essere anche il
controverso progetto populista di sinistra trascinato da Sahra
Wagenknecht (dato al 14%), certificando la realtà di una
Germania sempre più polarizzata.
Davanti alla sfida che vede per protagonisti anche il
governatore uscente socialdemocratico Dietmar Woidke e
l'avvocato Jan Redmann per la Cdu, gli elettori chiedono
soluzioni alla crisi economica e migratoria, percepita fuori
controllo dopo la strage di Solingen per mano di un siriano.
Anche per questo gli appelli dell'AfD ai rimpatri e a fermare
immediatamente l'immigrazione per almeno cinque anni potrebbero
attecchire. Al pari di quelli a smettere di inviare armi a Kiev.
Parlare di fiducia "ogni tre settimane è soltanto un'idea
dell'opposizione", si è difeso Scholz respingendo la possibilità
di chiedere la fiducia al Bundestag e aprire la strada al voto
anticipato proprio mentre Weidel lo bollava come "il cancelliere
del declino" e il leader della Cdu, Friedrich Merz, lo attaccava
per le misure sui migranti ritenute troppo morbide. L'Spd, nella
visione del Bundeskanzler impegnato a trattare con l'Ue e i
leader dei Paesi vicini sulla stretta imposta ai confini interni
tedeschi, è un partito "testato sulla battaglia". La sua
socialdemocrazia però - alla guida del Brandeburgo dalla fine
del regime comunista nella Germania dell'Est nel 1990 - potrebbe
far registrare il peggior risultato di sempre nel Land, di poco
sopra al 20%. E gli alleati della coalizione semaforo - verdi e
liberali - sono lontani, sotto al 5%. Rischiando un altro avviso
di sfratto.
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